Donne vs uomini. Quante volte si è detto che il gentil sesso ha la capacità di fare, contemporaneamente, più cose? Ebbene sì, le donne hanno un cervello significativamente più attivo rispetto a quello degli uomini. Non è un vanto delle femministe ma, come si legge sul Daily Mail, un dato fornito dai ricercatori americani delle Amen Clinics, centri specializzati nel trattamenti dei disturbi comportamentali e dell’umore.
Il cervello delle donne è più attivo di quello degli uomini: la ricerca
Dopo aver esaminato oltre 46.034 immagini cerebrali, ottenute attraverso la tomografia ad emissione di fotone singolo (SPECT), gli studiosi sono giunti a una conclusione importante. Uomini e donne concentrerebbero la propria attività cerebrale in aree diverse del cervello. Alla ricerca hanno partecipato 119 volontari sani e 26.683 pazienti affetti da disturbi psichiatrici quali traumi cerebrali, disturbi bipolari e dell’umore, schizofrenia/disturbi psicotici e ADHD (disturbo da deficit di attenzione/iperattività). In totale sono state analizzate 128 regioni del cervello. Il tutto sia in fase di riposo che durante lo svolgimento di test cognitivi.
Donne vs uomini
I cervelli femminili sono risultati più attivi rispetto a quelli maschili. Il discorso riguarda soprattutto le aree associate al controllo degli impulsi ovvero la corteccia prefrontale nonché il sistema limbico, responsabile delle reazioni emotive. Ciò spiegherebbe perché le donne sono più empatiche e hanno un grande autocontrollo. Hanno però una maggiore inclinazione ad ansia, depressione, insonnia e disturbi alimentari. Negli uomini, invece, ad essere più attivi sono i centri visivi e di coordinamento del cervello.
Conclusioni
La scoperta, secondo gli studiosi, offre informazioni utili al fine di capire il motivo per cui alcuni disturbi cerebrali siano più comuni nelle donne e altri negli uomini. “Questo è uno studio molto importante per aiutare a comprendere le differenze di cervello basate sul genere“- ha dichiarato il Dott. Daniel G Amen, autore dello studio e fondatore delle Amen Clinics. Il tutto è stato pubblicato sulla rivista scientifica The Journal of Alzheimer’s Disease.