Dolcificanti nel caffè o nella torta e non si rischia di ingrassare. Falso. Sul Daily Mail online appare un articolo in cui è riportato il risultato di una ricerca dell’Università di Manitoba del George & Fay Yee Center.
Peso a parte, gli addolcitori artificiali aumentano il rischio di obesità, diabete, pressione alta e malattie cardiache. La lunga ricerca che ha portato a questo esito prende di mira Gli edulcoranti. Tradotto: aspartame, sucralosio e stevia.
Dolcificanti: i rischi per la salute
I ricercatori dell’Università di Manitoba del George & Fay Yee Center hanno esaminato 37 studi che hanno seguito oltre 400.000 persone per una media di 10 anni. Tra le scoperte, quella che i dolcificanti non aiuterebbero a perdere peso.
Il dottor Ryan Zarychanski, autore dello studio, ha dichiarato: “Nonostante milioni di individui consumino abitualmente addolcitori artificiali, sono relativamente pochi i pazienti quelli che rispondono positivamente alla gestione del peso”.
È stato al contrario dimostrato come l’uso di dolcificanti possa avere effetti stimolanti sull’appetito. Un dato che aumenta il rischio di obesità, oltre che di diabete di tipo 2. Il problema non è solo nell’utilizzo domestico. È stato infatti dimostrato come dal 2004 siano aumentate le produzioni di cibi e bevande contenenti edulcoranti. L’attenzione deve essere dunque al massimo. Evitate prodotti in cui tra gli ingredienti compaiono dolcificanti artificiali.
Effetti positivi e negativi degli edulcoranti
Un edulcorante è una sostanza usata per addolcire alimenti o altri prodotti destinati all’uso orale. Un potenziale effetto positivo dei dolcificanti artificiali è che riducono le possibilità di caduta dei denti. L’Agenzia europea per la sicurezza alimentare sostiene che i prodotti con edulcoranti che portano benefici ai denti, possono controllare i livelli di zucchero nel sangue.
Ma tra gli effetti negativi ci sarebbe quello per cui fungerebbero da lassativi. Nel Regno Unito sono ammessi cinque tipologie di edulcoranti. Aspartame, saccarina, acesulfame potassio (o acesulfame K), ciclamato e sucralosio. La ricerca è stata pubblicata nel Canadian Medical Association Journal.