E’ scattato l’allarme per tutte le buone forchette. Molti dei cibi che siamo abituati a mangiare sono a rischio estinzione. Ebbene sì, il tanto chiacchierato Global Warming, ovvero il riscaldamento globale, non smette di fare danni.
Global warming: cibi a rischio
Oltre a parlare di riscaldamento degli oceani e dello scioglimento dei ghiacciai, bisogna tenere in considerazione anche i danni relativi all’agricoltura. Le conseguenze in tavola non saranno indifferenti. Stando a quanto riporta il Business Insider, le bizze del tempo non andranno a compromettere solo la giornata al mare o la settimana bianca ma potrebbero stravolgere la propria alimentazione. Il rischio è quello di dover dire addio a delizie come il cioccolato, il caffè, lo sciroppo d’acero etc. Che ne sarà della nostra colazione e degli altri pasti?
Avocado, sempre più raro
L’avocado è un frutto esotico fortemente minacciato. La siccità in California, là dove avviene l’80% della coltivazione, rischia di compromettere la salute delle piantagioni. Ciò significa che l’avocado sarà sempre più costoso e raro.
Ceci, cala la produzione
Anche i legumi sono coinvolti. La produzione mondiale dei ceci, infatti, è scesa dal 40 al 50% a causa della siccità che affligge tutto il mondo. Preparatevi a dire addio all’amato hummus.
Bye bye caffè
Ad essere messa in crisi è anche una delle bevanda più amate e consumate al mondo: il caffé. Entro il 2080, infatti, secondo CBC News rischia di sparire. Ebbene sì, le temperature continuano ad aumentare a seguito del cambiamento climatico e, di conseguenza, la resa e la qualità del caffè sta venendo meno.
Pesce: che fine farà?
L’impoverimento dei mari è un dato di fatto. I ricercatori affermano che non ci saranno più pesci negli oceani entro il 2048. Ciò è legato a pratiche distruttive come la pesca a strascico, un metodo industriale che consiste nel trainare una rete da pesca sul fondo del mare. Così facendo vengono raccolti pesci di ogni tipo, compresi quelli in via di estinzione, e si va ad alterare l’ecosistema.
Arachidi in crisi
L’arachide, o nocciolina americana che dir si voglia, potrebbe estinguersi entro il 2030. Considerate “piante abbastanza esigenti”, quelle delle arachidi richiedono molta acqua. L’innalzamento delle temperature e la mancanza di pioggia ne renderà ardua la sopravvivenza.
Sciroppo d’acero: niente più pancakes?
Anche la produzione di sciroppo d’acero è stata notevolmente influenzata dal global warming. Gli alberi d’acero, infatti, producono sempre meno la famosa linfa zuccherina. Ebbene sì, la produzione richiede condizioni climatiche specifiche e stabili, cosa che il nostro clima in continua evoluzione non può più garantire.
Cioccolato, scarseggia il cibo degli dei
Tempi duri per i più golosi. A rientrare nella lista dei cibi a rischio c’è anche il cioccolato. Ebbene sì. Solo lo scorso anno il mondo intero ha consumato circa 70.000 tonnellate di cacao in più rispetto a quante ne sono state prodotte. Secondo il Washington Post, entro il 2020 si arriverà a 1 milione di tonnellate e ancora a 2 milioni entro il 2030.
All’aumento del consumo però non corrisponde quello della produzione. L’Africa occidentale, che produce il 70% del cioccolato mondiale, sta facendo i conti le conseguenze dell’innalzamento delle temperature. Scarseggiando le pioggia, le piantagioni non crescono. Senza considerare poi i problemi dettati dalla malattia fungina chiamata Frosty Pod Rot. Siamo davvero pronti a tutto questo?