Pregare e vivere meglio: anche se il dio in questione non somiglia a quello del vicino. Il rapporto tra credo religioso, oppure in generale tra credo mistico e salute è stato messo in luce da una recente ricerca scientifica.
Secondo il Daily Mail, una ricerca della Vanderbilt University ha concluso che chi prega corre meno rischi per la salute.
Dopo aver analizzato circa 5,500 persone e aver scoperto che il 64% di esse sono religiose lo studio ha tratto le proprie conclusioni. Le persone ‘religiose’ hanno una salute cardiovascolare migliore e livelli di stress inferiori alla media.
Tra i culti professati dai partecipanti alla ricerca, la religione cristiana, musulmana e ebraica. Perché sembra forte nell’osservare la salute dei credenti, il fattore sociale dell’atto del pregare. Un rito che non fa altro che rinsaldare la posizione del soggetto all’interno della società in cui vive. Facendolo così sentire meno isolato e quindi meno stressato. Per questo assume una minore rilevanza il tipo di culto professato e ne assume invece molta l’aspetto simbolico del rito del pregare.
Pregare e vivere meglio: lo studio
Tutti sono risultati migliori alla prova della salute cardiocircolatoria, della nutrizione e del metabolismo.
Rispetto a chi non crede il divario è più evidente tenendo in considerazione la fascia d’età tra i 40 ai 65 anni.
Lo studio è stato condotto Marino Bruce, ministro Battista e scienziato.
“I nostri risultati hanno messo in luce il rapporto tra longevità e fede religiosa”. Lo afferma Bruce che ha collaborato con nove coautori insieme a Keith Norris. Quest’ultimo è professore di medicina presso la David Geffen School of Medicine della UCLA di Los Angeles.
Lo studio è apparso sulla rivista PLOS ONE, e ha utilizzato i dati della National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES).
“Abbiamo scoperto che i soggetti decidono di andare in Chiesa per dei fattori che superano quelli del supporto sociale”
“Pensare in maniera compassionevole al prossimo significa connettersi con un qualcosa che va oltre noi stessi”.