Gli americani buttano via dal 31% al 40% del cibo che acquistano ogni anno: uno spreco alimentare che potrebbe sfamare milioni di persone. A renderlo noto uno studio condotto dalla Johns Hopkins University. Il problema è all’origine del risultato. Sembrerebbe infatti che il cibo finisca nella spazzatura per l’erronea percezione che sia andato a male.
Spreco alimentare negli Usa
La dottoressa Roni Neff, ricercatrice della Johns Hopkins, ha calcolato che il cibo buttato via equivale a una dieta di 2.000 calorie. Una cifra che porterebbe a sfamare l’84% della popolazione mondiale. “Lo spreco alimentare è un problema molto serio a questo punto”, ha dichiarato a USA Today. E mentre gli americani aprono la pattumeria, 42 milioni di connazionali sono senza tetto e non hanno modo di nutrirsi a sufficienza. I dati sono stati confermati dall’organizzazione di soccorso alla fame Feeding America.
Il dato che colpisce di più è che lo spreco alimentare avviene perché non si conosce la sicurezza del cibo acquistato. La maggior parte delle volte una macchia scura sulla buccia di una banana fa pensare che il frutto sia andato a amale. Il problema è che negozi e supermercati tendono a proporre la merce nel miglior stato possibile. Una mela rossa e lucida può essere acquistata. Se invece è ammaccata, non viene esposta. Una dei modi migliori per evitare di cadere nel “vedo bello e allora compro” è munirsi della corretta conoscenza sul cibo commestibile.
Neff ha completato lo studio con Marie L. Spiker, dottoranda alla Johns Hopkins. La ricerca è stata pubblicata sul Journal of Nutrition and Dietetics. Il governo degli Stati Uniti ha fissato un obiettivo nazionale per ridurre gli sprechi alimentari della metà entro il 2030.
Spreco alimentare: anche l’Italia cestina cibo “buono”
Gli Stati Uniti gettano via una quota compresa fra il 31 e il 40% del cibo prodotto, in termini pro capite si parla di 1.200 calorie disperse ogni giorno. “Stiamo gettando via così tanti soldi, così tante risorse e così tanti nutrienti potenziali che potrebbero rendere le nostre vite migliori”, continua la Neff. Quello dello spreco alimentare è un dato diffuso anche in numerosi altri Paesi industrializzati fra cui l’Italia. Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Nazionale Waste watcher, ogni famiglia italiana butta 145 kg di cibo ogni anno. Parliamo di un controvalore di 360 euro. E nel Paese della Regina la cifra sale addirittura a 826 euro.
I prodotti “falsamente” deteriorati sono soprattutto frutta, verdura e pesce. Sono i generi alimentari per natura “più deperibili”. Una precedente ricerca di Harvard aveva dimostrato che una delle cause di questo fenomeno risiede nelle date di scadenza. Secondo la ricerca statunitense, tra i metodi contro lo spreco alimentare ci sarebbe quello di introdurre nei supermercati anche cibo meno “bello”, ma ancora adatto al consumo.