Che sia la stanchezza atavica del lunedì. La tristezza epocale per qualche problema personale che sembra irrisolvibile. La giornata più nera al lavoro, in cui tutto è andato storto. Un compito che è andato male a scuola. Un litigio con qualcuno che si ama. Per semplificare chiamiamo ‘malumore‘ una serie infinita di sfumature psico-emotive. Ebbene, le giornate nere, in cui ci si sente giù di corda, capitano a tutte e tutti. A volte non sappiamo nemmeno perché. Un articolo riportato sul sito ufficiale dell’Università del Nuovo Galles del Sud (Australia) dice che non ci dovremmo preoccupare, anzi. A piccole dosi il malumore fa bene, riporta il Daily Mail.
Quando fa bene un po’ di malumore
Le emozioni negative, come la tristezza, la paura, la rabbia, la vergogna, il disprezzo, l’angoscia, servono a farci comprendere quando una situazione è sbagliata, scomoda, da rivedere. Ma servono anche all’organismo a capire che c’è bisogno di un ‘intervento’, di cambiare qualche cosa perché la situazione può essere difficile. Il malumore, afferma questo studio, funge da allarme, e permette all’organismo di capire che qualcosa non va. Ed ecco che l’intero sistema immunitario si mette all’opera. E’ come se l’intero corpo, cervello in primis, venisse messo in allerta dagli stati d’animo negativi, e si preparasse ad intervenire.
Addirittura uno studio citato nell’articolo afferma che il malumore e la rabbia acuiscono la memoria. Ci si ricorda più dettagli quando si è in uno stato d’animo negativo rispetto a quello positivo. Inoltre, la tristezza e la malinconia stimolano la creatività, da che mondo è mondo. Non serve citare l’intera storia dell’arte, della musica, della poesia per spiegare questo aspetto. Naturalmente si parla di casi sporadici di malumore, non di stati depressivi prolungati. Perseguire la felicità è giusto, ma lasciare un po’ di spazio alla tristezza ogni tanto potrebbe non fare affatto male.