E’ bello pensare che si possa seguire una dieta part time. Talmente bello che stanno diventando sempre più in voga alcune diete che impegnano soltanto in alcuni giorni della settimana e ad alcuni orari. Tra le celebrità questi nuovi regimi alimentari stanno spopolando. Da quello che elimina gli zuccheri per sei giorni su sette, a quello che impone cibi crudi fino alle quattro del pomeriggio. Da quello che fa diventare vegani per tre giorni a settimana, a quello che limita il consumo di glutine a metà settimana. Ogni dieta promette grandi risultati. E l’idea di non essere “condannati” a seguirla h24 sette giorni su sette esercita un fascino non indifferente. Ma si tratta davvero di soluzioni efficaci? E soprattutto, una dieta part time fa bene alla salute? Per rispondere a questi quesiti il Daily Mail si è rivolto alla nutrizionista e scrittrice Lee Holmes.
Pro e contro della dieta “sugar free” (part time)
Non c’è dieta part time e non che lasci carta bianca sul consumo di zuccheri. I dolci sono considerati generalmente nemici della linea e della salute. Con questa dieta è possibile concedersi uno stappo di un giorno a fronte di un’astensione di sei. La nutrizionista interpellata non sembra condannare un’abitudine del genere. Ma fa una doverosa distinzione tra gli zuccheri raffinati e quelli salutari. Non tutto lo zucchero è, infatti, nocivo per la salute. Anzi alcuni sono necessari per garantire la funzionalità dell’organismo. Via libera, quindi, alla frutta. Al bando merendine, biscotti e snack colmi di zuccheri raffinati.
Sulla possibilità di mangiare dolci una volta a settimana, Lee Holmes esprime alcune perplessità. Eliminare completamente alcune sostanze per alcuni giorni e reintrodurle per 24 ore potrebbe creare squilibri. Dopo sei giorni senza dolci si rischia, infatti, di volerne abusare nell’unico giorno in cui è consentito mangiarne. Il senso di privazione porta la mente a desiderare fortemente ciò che non può avere. Forse è meglio assumere un po’ di zuccheri in più piuttosto che “abbuffarsi”, anche solo per un giorno, di dolciumi che fanno ancora più male.
Vegani per tre giorni. Come reagisce l’organismo?
Anche in questo caso il consiglio dell’esperta nutrizionista è l’equilibrio. Non c’è nulla di male ad eliminare cibi derivati dagli animali dalla propria dieta. Purché lo si faccia assicurandosi di assumere tutte le sostanze nutritive necessarie all’organismo. E facendo attenzione a non abusare di altre. Ciò che succede talvolta quando si eliminano gli alimenti di origine animale è che si cominciano a consumare troppi carboidrati. A scapito di altre sostanze importanti come le proteine e il ferro. Si rischia, ad esempio, l’anemia o, comunque, uno stato di debolezza generale. E si rischia anche di guadagnare peso se si eccede con cibi ricchi di carboidrati altamente trasformati. Spazio, dunque, a frutta, verdura e legumi che garantiscono un corretto apporto di sali minerali, ferro, vitamine e proteine.
Crudo è bello… ma solo fino alle 16.00
Questo singolare regime alimentare impone di mangiare cibi crudi fino alle quattro del pomeriggio. Passate le quali ci si può concedere una dieta vegana cotta per il resto del giorno. Le perplessità espresse da Lee Holmes in proposito riguardano nuovamente il rischio di squilibri. Sia fisici che psicologici. Questa dieta part time, infatti, si basa sul consumo, ai pasti diurni, di un unico alimento (che può essere uno smoothie di banane a colazione, mango a volontà a pranzo ecc.). Inutile dire quanto questo possa provocare carenze per l’organismo. Si tratta, inoltre, di un’alimentazione basata sull’assunzione, principalmente, di carboidrati. A scapito di proteine e grassi.
I cibi crudi, inoltre, spesso non donano la stessa sensazione di sazietà di quelli cotti. L’idea di non aver mangiato abbastanza al mattino potrebbe portare a mangiare eccessivamente nelle ore della giornata in cui si possono consumare cibi cotti. Vale a dire alla sera, quando l’apparato digerente è meno efficiente. Con il rischio di danneggiare l’intestino e di ingrassare, anziché dimagrire.
Dieta part time gluten-free per tre giorni: non solo benefici
La nutrizionista intervistata dal Daily Mail si esprime favorevolmente sulla limitazione dei cibi contenenti glutine. Riducendone il consumo si può godere di una sensazione di maggiore leggerezza e ridurre il gonfiore prediligendo il consumo di cibi non lavorati. Anche in questo caso, però, bisogna stare attenti a bilanciare l’apporto delle sostanze nutritive. Eliminare il glutine per metà della settimana non ci deve far sentire autorizzati ad appesantirci durante i giorni in cui lo si può mangiare. Bisogna, inoltre, prestare attenzione ad alcuni cibi privi di glutine perchè, spesso, sono molto elaborati e contengono zuccheri artificiali. Per chi è intollerante al glutine questi prodotti sono una necessità. Ma per chi non soffre di tale intolleranza possono diventare meno salutari di quelli che lo contengono.