Amato e odiato. C’è chi ne fa una mania, e chi non lo sceglierebbe nemmeno sotto tortura. Chi ci si identifica, e chi lo associa a ciò che di più lontano esista da lei o lui. Parliamo del colore più controverso al mondo, il rosa, che più di ogni altro fa parte di un immaginario codificato, e che nella primavera estate 2017 sta facendo in modo di entrare nel guardaroba di tutti. Donne e uomini, bambini e adulti, di qualsiasi cifra stilistica e appartenenza sociale. Il 2017 è l’anno del verde Greenery, afferma Pantone. Ma non dimentica di sottolineare che la tendenza del Pale Dogwood e Pink Arrow è quella che traina la moda. Si tratta di due nuance di rosa, un pastello delicato ed etereo, e una sfumatura più intensa, quasi fucsia.
Fenicottero, zucchero filato, anguria, confetto: il rosa alla carica
Sarà che il verde è troppo difficile da indossare, mentre il rosa viene premiato per la versatilità. Sarà che da anni questo colore cerca in tutti i modi (complici stilisti, designer, grafici) di liberarsi del fardello iconografico. Sarà che il tema del genere fluido è sempre più sentito e vissuto in libertà, ed ecco che gli emblemi della divisione tra femmina e maschio vengono riconsiderati, trasformati. Temi importanti se considerati nell’ottica della moda come riflesso della società.
Gli stilisti, tra i primi portavoce di un mondo gender fluid, da tempo sperimentano nel fondere icone dell’abbigliamento maschile con quelle femminili. Nel creare capi o intere collezioni unisex. Nel rosicchiare un poco alla volta i confini tra i generi che sono stati nettamente segnati in un passato pronto ad essere messo da parte. Il mondo cambia, la società con esso, e simboli come il ‘rosa-femmina’ non hanno più ragione di essere.
Balenciaga ha portato in scena una collezione con lampi rosa shocking. Marc Jacobs ha addirittura tinto i capelli di rosa alle modelle. La primavera Gucci è un trionfo di sfumature, dal candy al cipria. Quella di Fendi è in total Pale Dogwood. Givenchy by Riccardo Tisci opta per il rassicurante ‘baby’. E ancora Céline, Bottega Veneta, Emporio Armani, Hèrmes, Kenzo, Ferragamo, Valentino, Sportmax, Trussardi. La lista è pressoché infinita. Le sfumature del rosa illuminano letteralmente ogni collezione primaverile.
Da un lato c’è chi combatte contro li stereotipi di genere che vogliono le bambine rosa e i maschietti azzurri (e tutti i sottostesti legati alla divisione categorica tra di loro). Dall’altro c’è chi vuole riappropriarsi di un colore luminoso, vivace, divertente. Pensate alla mastodontica Women’s March di Washington lo scorso gennaio. Se le donne devono essere identificate con il rosa, che rosa sia. Ma come emblema positivo, di forza e unione. E che gli uomini non temono, anzi, abbracciano. Fra l’altro un tempo era un colore che apparteneva proprio agli uomini. Mentre nell’arte classica erano le donne ad essere dipinte indossando il blu. Ad ogni epoca i propri simboli.