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House sharing, gli italiani alla prova della casa a metà

Quanti lo praticano? Quanti lo temono?

House sharing
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House sharing, il fenomeno della condivisione di spazi comuni all’interno dello stesso appartamento, stanze, servizi, cucina, fa la sua prima timida comparsa anche in Italia.

Per pochi, pochissimi italiani, dividere la casa è una realtà. Per altri, molti di più, è un’ipotesi che potrebbe vederli fronteggiare alcuni problemi. Soprattutto economici; visto che l’house sharing permette di dividere le spese e di acquistare un po’ più di curiosità verso il prossimo. Anche sconosciuto.

Emerge questo da una ricerca sul tema dell’house sharing. Che sia a lungo o breve termine, il fenomeno è in crescita. O almeno non è più un’ipotesi così irrealizzabile. Infatti, nonostante il tradizionale legame con le mura domestiche, il 39% dei nostri connazionali metterebbe in comune spazi e ambienti con altre persone. E un ulteriore 16% non esclude di farlo nel prossimo futuro.

Le paure più diffuse? Quella di ospitare persone maleducate e poco rispettose (59%) e di perdere la propria privacy (36%).

House sharing: la ricerca

Questo è quanto emerge dalla ricerca portata avanti dall’Osservatorio di Sara Assicurazioni. Nel rapporto si vede come più di un terzo dei nostri connazionali (il 39%) si dica pronto a condividere la propria casa con nuovi ospiti, mettendo in comune spazi e ambienti. Per alcuni la ragione è economica: integrare il proprio reddito (13%), per altri un’opportunità per fare nuove conoscenze (11%) mentre un ulteriore 16% non esclude di farlo nel prossimo futuro.

Un dato interessante soprattutto se si pensa al simbolico significato di ‘casa’. Per la maggior parte degli intervistati è il luogo dove ci si sente rilassati (71%), ma anche un bene affettivo (46%), da trasmettere ai figli (21%).

House sharing
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House sharing: i dubbi della comunità

Tuttavia, una fetta è ancora molto diffidente nei confronti dell’house sharing. Circa il 46%. Le ragioni? In primo luogo la diffidenza: il 25% non si fida di chi può entrare in casa, mentre un ulteriore 21% afferma categoricamente di non essere intenzionato a condividere la propria abitazione con nessuno al di fuori della famiglia.

House sharing: lo spauracchio della maleducazione

Emergono anche legittimi dubbi. Il 59%, infatti, teme di ospitare persone maleducate e poco rispettose, mentre il 36% ha paura di perdere la propria privacy. Sicuramente, le condizioni economiche e sociali sono cambiate rispetto al passato. Oggi la precarietà è uno stile di vita; e con esso può per esempio cambiare anche l’idea di porto sicuro. Non sempre lo stesso per tutta la vita, isolato, ma un posto che può cambiare, aprirsi al prossimo e diventare davvero punto di incontro tra persone e abitudini diverse. Vedremo.

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