Non esistono differenze fisiche che distinguano il cervello di chi è considerato un campione di memoria e chi è uno smemorato. Nel primo caso esistono solo più connessioni, ma non sono innate: allenandole, esse aumentano. In chiunque. Sono i risultati di uno studio olandese pubblicato su Neuron, che evidenzia come allenare la memoria sia non solo possibile, ma anche piuttosto facile. In soli 40 giorni si possono raggiungere livelli mnemonici degni di Sherlock Holmes.
Allenare la memoria come Sherlock
Il team del Radboud University Medical Center di Nijmegen ha eseguito dei test su un campione di 46 persone. 23 di loro riconosciute come ‘campioni’ di memoria e 23 persone dalla memoria ‘normale’, nella media. Ovviamente con età, condizioni di salute e grado di intelligenza simile. Durante gli esperimenti, i soggetti sono stati sottoposti a risonanza magnetica. E’ emerso che le persone con più memoria presentano più connessioni cerebrali degli altri. Ma nessuna differenza strutturale del cervello.
E’ stato chiesto ai soggetti di eseguire diversi esercizi per allenare la memoria. Per un totale di 40 giorni di allenamenti, con training differenti per circa 30 minuti al giorno. Tutte le persone che inizialmente avevano meno capacità mnemoniche, sono migliorate sensibilmente durante le varie fasi dell’allenamento (era richiesto loro di ricordare una lista di parole). E soprattutto, alla luce della nuova risonanza, si erano create anche nei loro cervelli le connessioni in più che in precedenza non avevano. Il risultato? La memoria non è innata, si può allenare e tutti la possono migliorare.
Come allenare la memoria efficacemente?
Il metodo che risulta migliore per ricordare le cose è proprio quello reso famoso dallo Sherlock Holmes della serie BBC: il ‘Palazzo della memoria’. Più correttamente la ‘tecnica dei loci’. E’ una tecnica molto antica, introdotta dai greci, ma ancora oggi efficacissima per allenare la memoria. Si tratta, in breve, di visualizzare nella propria testa un ambiente molto familiare, come ad esempio il proprio salotto, o la camera da letto. Quindi si deve mentalmente posizionare una serie di elementi che occorre ricordare in diversi punti di questo ambiente. Quando occorrerà ritrovarli basterà ‘muoversi’ in questo ‘palazzo’ così familiare. E’ una tecnica che richiede molto allenamento, ma dà i suoi frutti in men che non si dica.