Il senso della giustizia, dell’equità, è una capacità che hanno gli esseri umani e che nell’evoluzione è stata utile a creare la comunità, la collaborazione. Sono molte le sfumature naturalmente, ma in linea di massima ne siamo tutti dotati. Ci differenzia semplicemente il metro di giudizio. Alcuni studi hanno indagato se e come gli animali percepiscono le ingiustizie. In pratica, se anche loro hanno il senso di ciò che è equo, corretto, e cosa no. E come modificano il loro comportamento in base a questo. Le scoperte sono interessanti.
Gli animali percepiscono le ingiustizie e i trattamenti iniqui
Claudia Wascher, professoressa di biologia animale ed ambientale alla Anglia Ruskin University, spiega alcuni degli studi condotti per capire se gli animali percepiscono le ingiustizie. In pratica, sono stati eseguiti dei ‘test di iniquità’. Si è chiesto ad alcuni animali di eseguire un compito, compensandoli in modo ingiusto. A qualcuno un premio (in cibo) apprezzato, a qualcun altro un premio non amato.
In particolare uno studio importante è stato condotto sulle scimmie cappuccine. Alcune di loro venivano premiate con l’uva di cui sono ghiotte. Altre con i cetrioli, che non amano. Il loro comportamento era di palese comprensione dell’ingiustizia subita. Non solo rigettavano, protestando, il cetriolo, ma in alcuni casi si rifiutavano di compiere l’azione richiesta. Hanno inoltre dimostrato di capire le differenze di difficoltà nei compiti. Rifiutandosi di eseguirli se vedevano che qualcuno dei loro simili riceveva un premio per aver fatto molto meno. Molti primati hanno dimostrato di saper distinguere i comportamenti ingiusti nei loro confronti. Macachi, scimpanzé, gorilla.
Corvi, cani, ratti
I primati sono talmente simili all’uomo da non stupire nella loro capacità di comprensione dei comportamenti, ma altri animali come cani e ratti forse lo fanno, ancora di più i non mammiferi. In particolare i corvidi, capaci di grande collaborazione tra di loro e azioni piuttosto complesse, hanno dimostrato di capire quando venivano trattati ingiustamente rispetto agli altri. Smettendo di cooperare con gli studiosi, rifiutandosi di compiere i test richiesti se il premio non era equo rispetto a quello di un altro volatile. Comportamenti affini sono stati registrati nei cani e nei ratti.