La vitamina D è un toccasana. Proprio così, è utile per il sistema immunitario, la salute dei muscoli e delle ossa. Come la assumiamo? Attraverso l’esposizione solare (tanto da essere nota come la “vitamina del sole”) o passando per l’alimentazione. Quando però non è abbastanza, bisogna ricorrere agli integratori. Soprattutto in inverno.
Vitamina D: la ricerca
Secondo uno studio condotto dai ricercatori della Queen Mary University di Londra, e pubblicato sul British Medical Journal, assumere vitamina D potrebbe aiutare a prevenire le infezioni delle vie respiratorie acute. Sarebbe così possibile dire addio a raffreddore e influenza.
La ricerca ha fatto tesoro dei dati provenienti da 25 studi clinici condotti in 14 Paesi diversi. Coinvolgendo 11.321 persone, è emerso che il rischio di contrarre infezioni del tratto respiratorio sarebbe diminuito tra coloro che hanno assunto supplementi di vitamina D in dosi quotidiane o settimanali. I risultati sono stati soddisfacenti soprattutto in caso di persone carenti di vitamina D come, ad esempio, popolazioni poco esposte ai raggi solari.
“Quello che abbiamo scoperto è che, le persone con più bassi livelli di vitamina D, ne traggono maggiori benefici” – ha dichiarato il Dr. Adrian Martineau, autore dello studio e specialista di infezioni delle vie respiratorie alla Queen Mary University di Londra.
Ricorrere alla fortificazione alimentare
Ebbene sì. L’esposizione al sole aiuta a produrre la vitamina D. Cosa fare però nei mesi in cui la luce scarseggia o quando si ha a che fare con contesti in cui le belle giornate sono una rarità? “La nostra ricerca rafforza l’idea che sia opportuno prevedere un’integrazione nell’alimentazione per migliorare i livelli di vitamina D. Soprattutto in paesi come il Regno Unito là dove la carenza è comune”.
La soluzione, dunque, sarebbe la fortificazione degli alimenti. Secondo il The National Health Service (NHS), carne rossa, tuorli d’uova, olio di pesce, burro e alcuni cereali sarebbero ottimi alleati. Via libera dunque a pesci grassi come salmone e tonno o ancora a fegato di manzo, formaggio e tuorli d’uovo.
Occhi agli eccessi: i rischi per la salute
La dose giornaliera di vitamina D raccomandata dal National Institutes of Healt, per la maggior parte degli adulti sani, è pari a 600 UI (strumento di misurazione per le vitamine liposolubili) o 15 mcg. E’ bene però non esagerare. Come riporta il Business Insider, un consumo eccessivo potrebbe causare vomito, debolezza e perdita dell’appetito.