S’intitola Ceramiche Déco, il gusto di un’epoca, la sezione dedicata alla ceramica del progetto espositivo “Art Déco. Gli anni ruggenti in Italia”. Allestito ai Musei di San Domenico di Forlì. Al MIC di Faenza è infatti possibile visitare fino al prossimo primo ottobre la mostra curata Claudia Casali. La quale, concentra la propria attenzione sulla produzione della ceramica italiana e internazionale a partire proprio da quella faentina. Perché in quegli anni fu fondamentale per lo sviluppo e l’affermazione del gusto Déco in Italia.
Che cos’è l’Art Déco?
L’Art déco può essere definita come un gusto, una fascinazione, un linguaggio che ha caratterizzato la produzione artistica italiana ed europea negli anni Venti. Si tratta di uno stile di vita eclettico, mondano, internazionale. Attraversò con una forza dirompente il decennio 1919-1929 con arredi, ceramiche, vetri, metalli lavorati, tessuti, bronzi, stucchi, gioielli, argenti, abiti. Impersonando il vigore dell’alta produzione artigianale e proto industriale e contribuendo alla nascita del design e del “Made in Italy”
Ceramiche Déco: la mostra
Il percorso espositivo della mostra sulle ceramiche déco assegna un ruolo di rilievo alla figura di Francesco Nonni. Di cui sono esposte il “Corteo Orientale” del 1925 che vinse la medaglia d’Argento all’Esposizione internazionale di arti decorative e industriali moderne di Parigi, ma anche la “Danzatrice” (1924), un opera totalmente inedita. Accanto a Nonni trovano spazio le opere di figure di spicco come Domenico Rambelli, Pietro Melandri, Anselmo Bucci, Riccardo Gatti, Giovanni Guerrini, Ercole Drei. Autori poliedrici che si occuparono anche di grafica, ebanisteria, intarsio, moda. E che furono protagonisti delle tre Biennali Internazionali dedicate alle arti decorative.
Da non perdere
Le ceramiche déco in mostra, sono affiancate da vetri, arredi e i metalli di Guerrini, dalle xilografie di Nonni, dagli arredi di Berdondini, dalle ceramiche di Melandri dai magnifici esemplari realizzati presso la Regia Scuola sotto la direzione artistica e creativa di Domenico Rambelli e Anselmo Bucci. Diversi i raffronti nazionali, con gli splendidi esemplari di Gio Ponti e Giovanni Gariboldi per la Richard Ginori, le manifatture Lenci e Rometti, ed internazionali con le ceramiche tedesche della Repubblica di Weimar, l’austriaca manifattura Wiener Werkstätte con nuovi stilemi introdotti da Michael Powolny, Otto Prutscher, Dagobert Peche, le belghe con le manifatture di Boch Frères e la Fabbrica Imperiale e Reale di Nimy.