De Filippi, Leotta, cantanti in gara: chi è piaciuto e chi no
Piaccia non piaccia, durante il Festival di Sanremo, non c’è luogo più sotto i riflettori del palco dell’Ariston. E insieme a musica e cantanti si alternano personaggi, modi di essere sul palco, testimonial culturali. Tutto questo fa spesso nascere nello spettatore polemiche, approvazione, diffidenza. Ecco perché anche a Sanremo esistono simpatici e antipatici, buoni e cattivi, il cui giudizio personale si limita al loro modo di affrontare la kermesse più pazza d’Italia.
I simpatici
Diletta Leotta. La sua partecipazione al Festival ha fatto infuriare la giornalista RAI Paola Ferrari. Per la Ferrari non doveva essere scelta una giornalista Sky ma una RAI, per fedeltà all’azienda in primis, e secondo perché la Leotta non rappresenta un personaggio ispiratore di valori positivi. Troppa chirurgia estetica, secondo la Ferrari. Poi durante la partecipazione a Sanremo, è arrivato il tweet al veleno della presentatrice Caterina Balivo.
Per la Balivo la Leotta non era credibile nei panni di una donna molestata perché indossava un abito troppo succinto. A noi la Leotta è invece sembrata una ragazza consapevole e spigliata che ha lanciato un messaggio importante contro la violenza sulle donne. Troppa violenza verbale nei confronti una ragazza che avrebbe l’unica colpa di aver fatto uso di interventi di chirurgia estetica. E allora?
Maria De Filippi. Lei è la vera aliena del Festival. Un volto Mediaset passato in Rai e approdato al momento televisivo più importante della stagione. A noi e solo per la sua aria spaesata e la volontà di non fare le scale, la De Filippi versione sanremese è piaciuta molto. Non troppo valletta, perché in grado di esprimere la propria autorevolezza da conduttrice e personaggio noto, e nemmeno troppo protagonista. Insomma, Maria presenza discreta e intelligente come è apparso in molti anni di televisione. Brava come al solito, niente da dire.
Gli antipatici
Francesco Gabbani. Il cantante durante la sua performance indossa un maglione arancione, canta una canzone divertente e fa salire sul palco un gorilla con il quale improvvisa una coreografia. Va bene tutto però l’intera performance ci sa di già visto e di già sperimentato dal mitico Daniele Silvestri e dal suo brano ‘Salirò’. Era il 2002, oggi è il 2017, sentiamo puzza di antichità.
Sergio Sylvestre. La serata delle cover non lo agevola. Sbaglia semplicemente tutto nella sua La pelle nera. Poi però fa sapere che si è trattato di un disguido tecnico. Va bene però l’impressione è che chi venga dal talent, convinto di saper fare tutto, si scontri con la realtà di una professione che richiede molti più anni di gavetta. Antipatico con riserva in attesa di capire cosa sia successo davvero.