Dress code da ufficio: è ora di cambiare. Chi l’ha detto che per andare a lavorare bisogna sempre e comunque fare proprio uno stile ingessato? Il fashion system ha cambiato le carte in tavola: il casual non è più un termine tabù, anzi.
Dress code: le novità per il 2017
Qualche esempio? Come riporta il quotidiano britannico The Independent, basta dare uno sguardo al look di due big del mondo degli affari ovvero Steve Jobs e Mark Zuckerberg per averne conferma. Una t-shirt e un paio di scarpe da ginnastica bastano per avere successo. L’abito dunque fa davvero il monaco? Al bando le vecchie dicerie è ora di adeguarsi ai tempi moderni.
Jeans in ufficio, un vero passepartout
Chi l’ha detto che i jeans devono aspettare il weekend per essere indossati? Ogni giorno è quello giusto. Che siano skinny o boyfriend, a vita alta o bassa è boom. La loro semplicità, nonché versatilità, li rende davvero appetibili. Basta un blazer e qualche accessorio per rendere l’outfit vincente. I modelli d’altronde sono tanti: si va da quelli low cost fino a quelli luxury con cifre a tre zeri.
Sneakers, la carta vincente
Il tacco ha sempre il suo perché ma, ogni giorno, può stancare. Onde evitare di sottoporre piedi e caviglie a torture senza fine, per la vita d’ufficio si può adottare anche una scarpa flat. Se un modello sportivo può risultare fuori luogo, il giusto compromesso tra stile e comodità sono le sneakers. Tante le soluzioni proposte dai maggiori stilisti, calzature che urlano raffinatezza e permettono di costruire un look fashion.
Profumarsi sì ma non troppo
Oltre al dress code anche il profumo conta. C’è chi non uscirebbe mai di casa senza perché si sentirebbe nudo. In un contesto lavorativo bisogna però fare attenzione: mai abbondare onde evitare di nauseare i colleghi.
Trucco: sempre e ovunque
Al mattino, spesso, si lotta contro il tempo. Quando si hanno i minuti contati c’è sempre qualcosa a cui bisogna rinunciare, o magari rimandare. Il make up per molte donne è di vitale importanza: chi uscirebbe di casa senza almeno un filo di mascara? Che sia l’attesa della metro o qualche semaforo più lungo, ogni momento morto è buono per incipriarsi il naso.
Via libera ai tatuaggi
Se per anni i tatuaggi sono stati considerati penalizzanti dal mondo del lavoro, le cose ora hanno preso una piega diversa. Perché giudicare le competenze professionali di una persona soffermandosi all’apparenza? E’ ora di far cadere i pregiudizi sociali, niente più discriminazione perché l’arte di disegnare la pelle non leva nulla alle proprie capacità e non è più una prerogativa di star dannate, galeotti etc. Tutti, infatti, dal manager all’impiegato, possono averne uno.