No, proprio non va. La puntata di ieri de “Il Bello delle Donne… Alcuni anni dopo” ha raccolto davanti al video 3.035.000 spettatori pari al 12% di share. Numeri davvero bassi per quella che doveva essere una delle punte di diamante della programmazione Mediaset del 2017. Dopotutto le premesse per una fiction di successo c’erano tutte.
Facciamo un passo indietro. A 13 anni dall’ultima edizione, “Il bello delle donne”, il salone di bellezza più celebre d’Italia, ha riaperto i battenti con otto nuove puntate, su Canale 5. Ad animarlo c’è ancora Luca (Massimo Bellinzoni), il coiffeur dal tocco magico, amico delle donne, che le ascolta, le conforta, le consiglia, fuori e dentro il salone.
Il bello delle donne. Ogni puntata presenta la storia di una donna per descrivere l’universo femminile a 360°.
Come quelle della parrucchiera, Jessica (Manuela Arcuri), dell’architetto di talento Françoise (Alessandra Martines), della moglie borghese Germana (Anna Galiena), deluse dagli uomini. Poi c’è una giovane e bella manicure, Evelina (Adua del Vesco), che si trova a dover affrontare una terribile malattia. E una nonna, Laura (Claudia Cardinale), che rischia di perdere la giovane nipote per un amore adolescenziale con un ragazzo musulmano.
C’è anche un avvocato di fama, impegnato sul fronte dei diritti civili, Delia (Lina Sastri), che dovrà fare i conti con il marito che vuole cambiare sesso. E ancora, una donna matura, Annalisa (Giuliana De Sio), che si trova a fronteggiare la concorrenza di una ventenne. Poi c’è Luca, un ragazzo che non accetta la propria sessualità. Insomma, roba di cui parlare ce n’è davvero tanta. Troppa.
Ma cos’è che non va, tanto da aver portato soltanto un misero 12% nelle due serate di programmazione?
Sicuramente non la comunicazione relativa al prodotto. Quella c’è stata, abbondantemente. Alimentando in questo modo aspettative di partenza non basse. Il problema è proprio in quello che si è visto.
Seri buchi di sceneggiatura, personaggi volgari, livello recitativo scolastico, battute dello spessore del cinepattonismo. Con punte di misoginia, più o meno implicita, da querela. E una Manuela Arcuri che torna, 22 anni dopo, a rivestire l’indimenticabile “Jessica” di Claudio Verdone.
E già si sospetta possa essere sospesa, almeno in prima serata. Basta guardare i commenti sulla relativa pagina Facebook, dove le parole più frequenti sono state “deludente, volgare, schifo”. Il pubblico rimpiange non solo la grande Virna Lisi, ma anche Sandrelli, Brilli, Cucinotta e le altre. E non hanno torto…