È chiamato somniloquio e vuol dire parlare nel sonno. Si tratta di una normale manifestazione dell’attività notturna del cervello che non si addormenta completamente. Nel sonno continuiamo a formulare pensieri inconsci, che si stia sognando o meno. In alcuni casi questi pensieri ci portano a parlare e a formulare anche frasi di senso compiuto. È un fenomeno molto comune tra i bambini, ma capita anche agli adulti, specialmente in situazioni di stress particolare.
Somniloquio: da bambini fino all’età adulta
Secondo le statistiche, circa il 50% dei bambini fino ai sette anni parla durante il sonno. Crescendo la maggior parte di loro perde il somniloquio, mentre circa l’1% la mantiene anche in età adulta. Da anni gli psicologici specializzati in ipnologia studiano le parole che le persone pronunciano mentre dormono. E secondo alcune ricerche non c’è nulla di casuale in questa abitudine. Anzi, il somniloquio può rivelare molto sulla nostra personalità.
Parlare nel sonno rivela maggiore ansia: la ricerca
Michael Breus, medico dell’American Academy of Sleep Medicine, si è concentrato sull’analisi del subconscio dei suoi pazienti. Il suo studio si è basato unicamente sul tipo di personalità che mostravano durante la veglia coloro che soffrivano di somniloquio. I risultati sono stati evidenti: la maggioranza di coloro che parlavano nel sonno, mostravano anche segni di disturbi legati allo stress, all’ansia e all’insonnia. In pratica, chi parla mentre dorme generalmente mostra livelli di ansia e tensione maggiori rispetto alla media.
La ricerca di Breus è una delle prime che ha tentato di andare in controtendenza rispetto alla semplice analisi delle parole pronunciate durante il dormiveglia. Lo studio è andato a concentrarsi sulle cause specifiche di questa condizione che non è da considerare una malattia. Piuttosto è un fenomeno che rivela molto della nostra personalità. Se apparentemente una persona controllata e calma parla nel sonno, potrebbe nascondere stati di angoscia più o meno gravi che dovrebbero essere controllati. Un risultato importante per gli studi sullo stress e sui disturbi legati all’ansia.