Sottopagate rispetto ai colleghi uomini. Con meno chance di avanzamenti di carriera. Sottoposte a giudizi facili, anche relativi all’aspetto fisico. Discriminate in base a stereotipi. Non c’è da sorprendersi se una ricerca condotta in Gran Bretagna ha riscontrato un maggiore livello di stress da lavoro nelle donne rispetto agli uomini. Gli alti livelli di sessismo che ancora permeano molti settori del mondo del lavoro implicano una condizione di maggiore ansia, depressione e stress nelle donne. Ai quali si aggiungono la pressione del doversi occupare anche delle responsabilità familiare, sobbarcandosene la maggior parte.
Stress da lavoro: lo studio
Lo studio sullo stress da lavoro è stato pubblicato dall’Health and Safety Executive, istituzione supportata dal governo Britannico dedicata al monitoraggio e al miglioramento delle condizioni lavorative dal punto di vista della salute e della sicurezza. Esso ha riportato che, in particolar modo tra i professionisti, i livelli di stress legati all’impiego sono alti. E che nelle donne esiste un’incidenza assai più alta che negli uomini. Con un picco raggiunto tra i 25 e i 44 anni. Non a caso, l’età ideale per riprodursi, periodo durante il quale le donne che lavorano sono sottoposte a pressioni ingenti (dal datore di lavoro, dalla famiglia, dalla società).
Potete trovare tutti i dati specifici della ricerca a questo link. Ma presi questi presupposti per validi, come si spiega il maggiore stress da lavoro delle donne rispetto ai colleghi uomini? Il Guardian, che ha pubblicato la notizia, interpella la dottoressa Judith Mohring, psichiatra presso un centro specialistico londinese. Riassumiamo la sua spiegazione: le donne vivono costantemente sotto pressione. Sul luogo di lavoro devono sempre dimostrare di essere all’altezza dei colleghi. Sono meno supportate e sostenute. Nella maggior parte dei casi hanno superiori uomini, che meno comprendono alcune specifiche. Si sentono insoddisfatte perché meno pagate. E, ciliegina sulla torta, vivono pressioni legate agli obblighi familiari, ancora per la maggior parte considerati prerogativa femminile. Una condizione di ansia perpetua.