Prima c’erano le bambole gonfiabili. Ora ci sono gli umanoidi sessuali. E poi c’è l’etica, la scienza e la società. Ma, facciamo un passo alla volta. Nessun film di fantascienza. Nel futuro prossimo in programma ci sarebbe l’uso di dispositivi di intelligenza artificiale in camera da letto.
Rocky o Roxxxy. Questi alcuni dei nomi dei dispositivi che sono attualmente sul mercato. Gli umanoidi sessuali possono essere acquistati per circa 7000 dollari. Il dottor Trudy Barber, un pioniere nel campo dei rapporti tecnologia/sesso, ha asserito che i sex robot sarebbero accettati dalle persone perché quanto più vicino alla realtà.
Il docente dell’Università di scienza applicata e arti di Basilea Oliver Bendel durante il convegno “Love and Sex and Robots” ha sottolineato invece i limiti etici. Il docente ha posto al centro della riflessione un punto fondamentale. I robot non si stancano mai, a differenza dell’uomo e della donna. E non avranno mai il mal di testa, problemi di impotenza o il ciclo mestruale. Insomma, facilmente il prototipo potrà sostituire nel rapporto sessuale l’uomo o la donna.
Nessun freno, energia eterna e potenza sessuale imbattibile. Può sembrare attraente come idea. Ma cambierebbe completamente il ciclo evolutivo.
E non solo. Gli esperti di A.I. (intelligenza artificiale) mettono in guardia gli adolescenti soprattutto. Si tema che possano perdere la loro verginità con gli umanoidi sessuali. Inoltre, si crescerebbe con una concezione irrealistica del sesso.
Il dottor Noel Sharkey, ex consigliere delle Nazioni Unite, ha invitato i governi ad evitare di inserire nell’industria del sesso i sex robot. Dall’altra, il dottor Barber invece insiste in positivo sui robot perché potrebbero diventare una «razza extra umana» utile. Insomma, la comunità scientifica si divide. Da un lato, gli umanoidi sessuali vengono visti come un prodotto di nicchia. Dall’altro potrebbe essere la soluzione a piaghe come la prostituzione e la pedofilia. E da un altro ancora viene visto come una degenerazione catastrofica.
Ad esempio, Kathleen Richardson ha lanciato una campagna contro gli umanoidi sessuali. La ricercatrice di etica robotica afferma che i sex robot hanno un impatto eticamente negativo sull’uomo. Proprio i dispositivi potrebbero indurre l’uomo alla violenza e alla parafilia. Kate Devlin, esperto di calcolo, presso l’Università di Londra, sostiene che questi “aggeggi” sessuali potrebbero essere progettati per imparare i gusti sessuali e le preferenze della coppia che migliorerebbero le prestazioni.
Il professor Sharkey è scettico sull’uso dei robot come norma sociale, anche se circa il 10% ha dichiarato che sarebbe disposto ad usarli.
«L’umanoide sessuale è visto con ogni probabilità come strumento per la masturbazione anche se ha le sembianze umane». La differenza la fa la fantasia. E le emozioni. Forse a questo la scienza non ci arriverà.