LA BELLEZZA DELLE SUPERFICI IN MARMO
Pregiato ed elegante, resistente ma delicato. Il marmo è tutt’oggi uno dei materiali più impiegati in cucina. Nonostante lo sviluppo di nuovi materiali moderni per i top e piani lavoro e le alternative in vetro o legno per i tavoli. Il fascino senza tempo di un piano in marmo, la sua affidabilità e familiarità non sembrano conoscere crisi. Certo è che rispetto ad altre soluzioni presenta alcune criticità nella pulizia.
PERICOLO DI MACCHIE PER IL MARMO NON TRATTATO
Succhi di frutta, caffè, vino. Tutte le sostanze organiche colorate, in particolare il vino rosso che in queste festività non manca mai in cucina, possono macchiare le superfici in marmo non trattate. Se questo pericolo è solitamente scongiurato per i top, a volte può capitare che un vecchio tavolo, il piano di una madia o addirittura il pavimento, non siano stati trattati con prodotti idro-oleo repellenti. E dunque possano macchiarsi poiché tendono ad assorbire i liquidi in profondità.
COME ELIMINARE LE MACCHIE DI CIBI E BEVANDE
Questo tipo di macchie sono molto difficili da eliminare con una pulizia superficiale. A volte non risultano efficaci neppure i detergenti specifici per il marmo che possono infatti lasciare degli aloni visibili. Specialmente quando si tratta di macchie scure come quelle provocate ad esempio dal vino rosso.
Un metodo casalingo molto efficace, invece, si è rivelato essere l’impiego dell’acqua ossigenata al 35%. Bisogna fare però molta attenzione. Poiché non stiamo parlando del comune disinfettante, ma di un’acqua molto più concentrata, che può provocare ustioni. Durante le operazioni di pulizia della superficie macchiata con l’acqua ossigenata al 35%, dunque, bisogna aver cura di utilizzare guanti e occhiali protettivi.
Bisognerà lavare la parte del marmo da smacchiare con acqua e un detergente neutro, poi, una volta asciutta, versare l’acqua ossigenata e attenderne la successiva asciugatura. La stessa non dovrebbe lasciare alcun residuo né intaccare la brillantezza del marmo. Se questo avviene è da imputarsi invece al liquido che ha macchiato e dunque corroso la superficie.