E’ una vera top model. E’ stata la prima modella del suo genere ad apparire sulla cover di Sports Illustrated. Ha ricevuto un premio Glamour Women of the Year. Le hanno dedicato una Barbie. L’ultimo numero di Vogue UK l’ha scelta per il servizio di copertina. Eppure, Ashley Graham ha avuto problemi a trovare stilisti che la vestissero. Perché? Perché è una modella plus-size. Di più, è una vera icona curvy, che con la sua brillante carriera sta dimostrando ampiamente quanto la bellezza non sia questione di taglia.
Infuria la polemica: chi veste Ashley Graham?
La vicenda ha dell’incredibile, e si lega proprio all’apparizione di Ashley Graham come cover girl della versione britannica di Vogue. Lo spiega in un editoriale Alexandra Shulman, già in passato schieratasi apertamente contro la ‘taglia zero’ come unico standard della moda. In pratica, scrive la direttrice, il team che si è occupato dello shooting ha faticato a trovare case di moda che mettessero a disposizione i loro abiti per la modella. Il marchio americano Coach ha inviato prontamente gli outfit. Mentre molte maison, non citate nella lettera, avrebbero addotto scuse di vario tipo. Prima fra tutte quella di non avere abiti della taglia di Ashley Graham.
Come sottolinea la direttrice, e praticamente chiunque sia coinvolto nella polemica che ne è scaturita, in un momento storico in cui si sta cercando (e finalmente si sta riuscendo) ad abbattere i canoni di bellezza monolitici, sono proprio le case di moda ad impedire il cambiamento. Sembrano dire ‘non ci interessa vestire le donne che non rientrano nelle taglie super small’. E pensare che solo poche settimane fa Ashley Graham è stata premiata come ‘Icona Curvy’ al gala di Glamour, al quale si è presentata con un outfit mozzafiato di Gala Lahav Couture. E che Mattel le ha dedicato una Barbie in quanto simbolo di emancipazione dai canoni imposti.