In una delle più suggestive zone di Roma, alle spalle dei Fori Imperiali, è possibile visitare il Museo del Presepio. Fondato nel 1967, raccoglie circa 3000 pezzi provenienti dal tutto il mondo. I locali sottostanti la Chiesa dei Ss Quirico e Giulitta, adibiti all’esposizione, occupano uno spazio di circa 300 mq.
Il Museo nacque grazie all’allora Presidente Angelo Stefanucci. Egli donò gran parte della sua collezione di presepi provenienti da tutto il mondo. Con il passare degli anni sono state raccolte centinaia di presepi, acquistati o donati dagli autori.
La nascita del Presepe
La parola presepe deriva dal latino “praesaepe” che significa “mangiatoia”. La “scenografia” del presepio nasce nel Lazio. Precisamente nel 1223, quando San Francesco d’Assisi ideò la rappresentazione di Betlemme a Greccio, caratteristico paesino in provincia di Rieti su cui domina un’imponente Abbazia medievale.
La rievocazione storica del presepe di Greccio, famosa in tutta Italia, vede ancora oggi la partecipazione di personaggi in costumi medievali ed è realizzata in sei quadri viventi. Il primo presepe con tutti i personaggi risale al 1283, per opera di Arnolfo di Cambio, scultore di otto statuine lignee che rappresentavano la Natività e i re Magi. Questo presepio è conservato nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. L’attività della costruzione del presepio Inizialmente prese poi piede in Toscana e successivamente nel Regno di Napoli.
Tra il ‘600 e il ‘700 gli artisti napoletani introdussero nella scena della Natività personaggi della vita di tutti i giorni intenti a svolgere il proprio lavoro. Quella napoletana è una tradizione ancora oggi molto viva e famosa soprattutto grazie alle innumerevoli bancarelle di via San Gregorio Armeno.
Il Museo del Presepio, Roma
All’interno del Museo romano di via Tor de’ Conti, è possibile ammirare i presepi di tutta Italia, ognuno rappresentato nella sua più tipica tradizione regionale. Risale al 1390 l’altare intagliato con il presepio della chiesa di S.Sigismondo a Brunico, in Val Pusteria. In Trentino Alto Adige, tra le decorazioni più diffuse inserite nelle chiese, era presente in primo luogo il Presepio. Spesso inserito nelle stesse pale d’altare, come nella Chiesa dei Francescani di Bolzano, ad opera di Hans Klocker (1500).
A Genova, seppur in ritardo rispetto alle altre regioni italiane, l’intaglio del legno era assai diffuso. Gli intagliatori realizzarono le casse o casacce dei Disciplinanti, destinate alla rappresentazione della Passione di Cristo e animate da grandi statue lignee. È proprio da quelle botteghe che, a partire dal Seicento, iniziò anche la produzione di figure da presepio.
Nel Museo del Presepio di Roma sono esposti presepi, rappresentativi delle migliori firme del settore, in cartapesta leccese, terracotta siciliana, legno, ceramica, vetro, madreperla, pietra, carbone, panno, marzapane. Ma anche uova e foglie di mais, oltre ad alcune statue napoletane dei secoli XVIII e XIX. Tra i pezzi più antichi, un presepio costruito con piccole conchiglie (Sicilia – Sec. XVII), un S. Bambino in avorio (Sec. XVII), una serie di statue di scuola bolognese (Sec. XVIII).
Tra i presepi scenografici, oltre ad un grande presepio in stile settecentesco napoletano, diverse opere della scuola catalana del gesso, nonché dei più noti “Maestri” del presepio italiani e stranieri.
Un museo della tradizione
Il Museo offre la possibilità di vedere come diverse tradizioni si sono cimentate con un’arte di grande capacità espressiva. Inoltre dimostra una raffinata maestria delle differenti tecniche utilizzate per creare le rappresentazioni religiose. Il Museo Angelo Stefanucci è gestito tutto l’anno dall’Associazione Italiana Amici del Presepio, senza sovvenzioni dagli Enti statali e comunali. Una passione che dura da anni e che valorizza l’antica arte presepiale.