In Italia godiamo della fortuna di avere un cielo luminoso per la maggior parte dell’anno. Salvo alcune regioni durante i mesi invernali, certo, ma se facciamo il confronto con Paesi più a nord la quantità di luce naturale alla quale siamo esposti durante il giorno è decisamente notevole. Ed è un privilegio: perché luce e benessere sono strettamente correlati.
Luce e benessere: in che modo sono collegati?
Che tra luce e benessere esista un link lo affermano diversi studi, tanto che i ministeri della salute di alcuni paesi come la Gran Bretagna raccomandano di assumere degli integratori di vitamina D durante i mesi freddi. La vitamina D è infatti la ‘vitamina del sole’, cioè che si attiva grazie all’esposizione ai raggi solari, ed è fondamentale per il benessere delle ossa, specialmente durante la crescita. La vitamina D è anche benefica per il cervello, per il cuore, per il sistema immunitario.
Ma la luce è direttamente legata anche all’umore, perché aumenta la produzione di serotonina. Questo ha un’applicazione molto ampia nel incentivare la guarigione di diverse malattie. E per alleviare difficili condizioni psicologiche (depressione, per esempio). Ancora, la luce serve a regolare l’orologio interno, ovvero il ritmo sonno-veglia, fondamentale per il benessere dell’organismo (fonte).
Se luce e benessere sono collegati, cosa può fare chi non vive al sole?
In linea di massima è difficile avere una carenza di vitamina D tale da creare grossi danni all’organismo. Ma alcune categorie di persone, come le donne incinte, i bambini piccoli, gli anziani potrebbero soffrirne. Ecco che assumere integratori può aiutare, anche se chi ha carenze gravi dovrebbe rivolgersi a specialisti per sottoporsi a terapie con le lampade. Dal punto di vista alimentare si può assumere vitamina D dai pesci grassi, dalla carne rossa, dalle uova. Ma parliamo di quantità limitate, e difficilmente assorbibili dall’organismo in assenza di sole (fonte).