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Jet lag: come combatterlo grazie all’ ossigeno

Un gruppo di ricercatori di Bristol ed Israele ha scoperto che la riduzione di ossigeno contribuisce a ridurre il Jet lag

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COME L’ OSSIGENO INFLUISCE SUL JET LAG

L’ ossigeno potrebbe essere la base di una futura terapia per combattere il malessere derivato dal jet lag. E’ questa la conclusione, a seguito di una ricerca, alla quale sono giunti i ricercatori dello Weizmann Institute of Science di Israele e della Scuola di Psicologia dell’Università di Bristol.

LO STUDIO IN LABORATORIO

Lo studio è stato condotto attraverso la variazione dei livelli e quantità di ossigeno sull’organismo dei roditori. Ed ha dimostrato come l’orologio interno delle piccole cavie possa essere manipolato e “resettato”. In che modo? Grazie al cambiamento del livello di ossigeno nelle cellule.

Dai risultati ottenuti, sembrerebbe che bassi livelli ematici di O2 possano accelerare il recupero del Jet lag. Come? Aiutando il corpo al cambiamento improvviso di orario esterno.

Il progetto di ricerca congiunto condotto dagli scienziati di Bristol ed Israele sui piccoli roditori è stato infatti volto a controllare e modificare i livelli di ossigeno nelle cellule dei topi. Semplicemente variandone la concentrazione nell’ambiente attorno a loro.
I livelli di ossigeno venivano modificati più volte al giorno, monitorando la risposta delle piccole cavie.
Dopo varie osservazioni è stato riscontrato che un cambiamento dei livelli di ossigeno nelle cellule di appena il tre per cento, due volte al giorno, era abbastanza per aiutare i roditori ad “adattarsi al nuovo fuso orario”.

DAI RODITORI ALL’UOMO: COME ESTENDERE I RISULTATI DELLO STUDIO

Alla luce dei risultati ottenuti, i ricercatori ritengono che partendo da questo studio si potrebbe sviluppare un trattamento terapeutico da utilizzare sugli esseri umani. Finalizzato, appunto, a contrastare il fastidioso fenomeno del jet lag.

Questa terapia dell’ossigenazione o “ossigeno terapia”, la cui durata di somministrazione all’uomo oggi viene ipotizzata in un paio d’ore, potrebbe essere somministrata direttamente a bordo dell’aereo. Un’ipotesi certamente interessante, ma ancora in fase del tutto teorica e che avrà dunque bisogno di tempo per diventare una realtà.

Fonte: dailymail.co.uk

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