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Sos muffa: come regolarsi quando compare sui cibi

Tanuki Photography-istock

Spesso si sente parlare di “muffe nobili”. Quando capita, immediatamente viene l’acquolina in bocca al pensiero di gustosi formaggi erborinati, stuzzicanti salumi e inebrianti vini muffati. La reazione è un tantino meno entusiasta, però, quando la muffa fa la sua comparsa sui cibi nel nostro frigorifero. Quando succede, di certo l’ultimo aggettivo a cui si pensa è “nobile”. E l’unica cosa a venire in mente è il dubbio se gettare tutto via o se provare a salvare qualcosa. C’è chi proprio non riesce a sopportare nemmeno la vista delle disgustose macchie verdi che “infestano” il cibo. E c’è chi, più “temerario”, la prende con filosofia e facendo del “non si butta niente” il proprio motto, rimuove la muffa e mangia il resto.

Mangiare i cibi con la muffa fa male?

La risposta non è così semplice come si potrebbe pensare. Chiaramente, qualora compaiano macchie sulla superficie del cibo, è essenziale rimuovere quantomeno la parte danneggiata. Ma ci sono casi in cui questo espediente potrebbe non essere sufficiente. In alcuni cibi, infatti, la muffa potrebbe penetrare in profondità senza, però, lasciare tracce visibili a occhio nudo. In tal caso, consumare un prodotto contaminato risulta tutt’altro che salutare. Anche se, fortunamente, non letale. Basta affidarsi a qualche piccolo accorgimento e distinguere i cibi “spacciati” da quelli recuperabili per non correre alcun rischio. Ecco come fare.

Se è il pane a fare la muffa

In questo caso meglio gettare tutto senza esitazione. Il pane, così come altri prodotti da forno, ha, infatti, una consistenza porosa. In questo tipo di alimenti le microtossine presenti nelle muffe sono in grado di farsi strada al di sotto della superficie. Il nostro pane o il nostro muffin, dunque, potrebbero essere contaminati ben più in profondità rispetto alla macchia visibile. Meglio non rischiare, dunque, ed evitare di mangiarne.

Come regolarsi con i formaggi?

Per i latticini il discorso è leggermente più complesso. Le muffe, infatti, non hanno lo stesso effetto su tutti i tipi di formaggio. Per quanto riguarda quelli stagionati e a pasta dura si può andare sul sicuro. Basta rimuovere la zona macchiata per non correre alcun rischio. La consistenza compatta, infatti, impedisce il propagarsi del fungo, la cui presenza nell’alimento rimane circoscritta alla formazione visibile. Discorso diametralmente opposto vale, invece, per i formaggi frechi e a pasta molle, la cui struttura, al contrario, favorisce la penetrazione delle muffe. Yogurt, mozzarella, formaggi grattugiati e cremosi devono, quindi, essere gettati quando vengono contaminati.

E con la frutta e la verdura?

Per la frutta e per gli ortaggi vale lo stesso discorso. Prodotti dalla consistenza compatta e soda come le mele, le carote ed i peperoni possono essere “salvati” rimuovendo accuratamente la parte danneggiata. Frutti più succosi come le pesce, le albicocche, l’uva ed i pomodori, invece, hanno una consistenza che favorisce la propagazione delle microtossine. Meglio, dunque, non fidarsi e gettarli via. Discorso a parte deve essere fatto, infine, per le conserve a base di frutta come le marmellate. La reazione dello zucchero con l’acqua, infatti, impedisce il proliferare ed il diffondersi delle tossine. Basterà rimuovere la muffa in superficie per poter consumare il prodotto in sicurezza.

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