Brutte notizie per i passeggeri più nervosi. I cambiamenti climatici stanno intensificando le turbolenze in aereo. Ricerche hanno dimostrato che entro un paio di decenni, a causa dell’aumento di CO2 nell’atmosfera, le turbolenze di moderata intensità potrebbero anche raddoppiarsi. Sull’Oceano Atlantico del Nord, che risulta essere uno dei corridoi di volo più frequentati del mondo, gli spostamenti delle correnti a getto dovuti al riscaldamento globale hanno visto un aumento. I bruschi scossoni che spesso spaventano anche i più esperti viaggiatori potrebbero diventare più forti.
PERCHE’ AUMENTANO LE TURBOLENZE
La causa è l’intensificarsi di quella condizione chiamata “turbolenza in aria chiara”. Diversamente da quella associata a nubi temporalesche, la turbolenza in aria chiara è quella che va di pari passi con le correnti a getto, ovvero quei grandi fiumi d’aria nell’atmosfera. Con l’aggravante che può verificarsi anche in cieli completamente nitidi. E che né i piloti né i sensori possono rilevare. Ecco, dunque, che risulta essere particolarmente pericolosa. Solitamente la turbolenza avviene a causa di una variazione della velocità dell’aria rispetto alla quota. Si verifica in genere nelle aree frontali e nelle correnti a getto. Il cambiamento climatico sta portando ad un’accelerazione della corrente a getto sull’Oceano Atlantico settentrionale con la conseguenza del fiume d’aria che scorre più veloce e l’atmosfera più soggetta a turbolenza.
Ovvio che tutti i passeggeri devono stare seduti con le cinture allacciate. Il problema è l’equipaggio. Gli assistenti di volo di solito non sono legati e potrebbero essere sballottati all’interno della cabina. Per loro il rischio di danni è elevato. In molti si immaginano il pilota in un bagno di sudore con le mani saldamente tenute sulla cloche mentre impartisce ordini. Niente di più lontano dalla realtà. Una delle cose che un pilota non deve fare durante una turbolenza è provare a combatterla. Alcuni aerei hanno anche una modalità di pilota automatico per gestire le turbolenze. Anziché cercare di opporsi a una turbolenza con tanti e diversi comandi, il pilota automatico fa l’opposto: desensibilizza il sistema.
La questione principale da chiarire è che le turbolenze non fanno precipitare gli aerei. Non rendono più probabile un guasto rispetto ad un volo più tranquillo. E’ solo una questione di qualche attimo di paura da parte dei passeggeri che non se lo aspettano. Le turbolenze a lungo andare provocano ritardi, aumentando il disagio di chi viaggia. E i maggiori scossoni coincidono con l’aumento del consumo del carburante e delle emissione di inquinanti atmosferici. La cui conseguenza potrebbe proiettarsi sull’incremento del costo dei biglietti.