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Genere e colore: l’importante è diversificare

Più rappresentazione femminile ed etnica nelle agenzie pubblicitarie: lo richiede una grande azienda internazionale

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Diversificare. Questa è la parola chiave secondo una grande impresa globale. Diversificazione di genere, colore, etnia all’interno del personale di una azienda. E’ quello che ha chiesto HP, colosso della tecnologia, attraverso una lettera di Antonio Lucio, direttore marketing dell’azienda. La lettera in questione è divenuta pubblica, segnalata in primis dal Wall Street Journal. I destinatari erano le cinque grandi agenzie pubblicitarie e di relazioni pubbliche con cui HP si relaziona.

Più diversità

Antonio Lucio ha sottolineato la necessità di diversificare il personale. Più donne, più persone appartenenti a minoranze etniche, più colori della pelle, più nazionalità. Ha chiesto alle agenzie di preparare un piano entro 30 giorni per aumentare la diversificazione del loro personale. Soprattutto nei ruoli chiave. Non viene richiesta una quota specifica, ma, ha raccontato Lucio al WSJ, si aspetta che le agenzie innalzino al 50% il numero di donne impiegate, e almeno al 30% il numero di lavoratori di pelle scura. Le agenzie che non dovessero prendere misure adeguate potrebbero rischiare la perdita di HP come cliente.

Diversità etnica

L’assenza di donne ai posti di comando non è una novità, così come non lo è la mancanza di rappresentazione delle minoranze etniche, e nel mondo delle pubblicità il tema è sempre caldo. Di recente anche un’azienda americana di prodotti alimentari, la General Mills, ha richiesto alle proprie agenzie creative di assumere almeno il 50% di donne, di posizionarle nei ruoli importanti, e raggiungere almeno il 20% di personale composto da persone dalla pelle scura.

Diversità uguale ricchezza

Non si tratta solo di politically correct: diversificare serve ad alimentare la grande macchina creativa. Significa nutrire con idee nuove, allargare i punti di vista, cambiare prospettive. Elementi importantissimi quando l’obbiettivo è la creatività, e ancora di più quando si tratta di marketing. Il target di un’azienda internazionale non è esclusivamente maschio-bianco-centrico, ma variegato quanto è variegato il mondo. “Siamo consapevoli di non poter concretizzare il nostro scopo se non rappresentiamo tutti, in fatto di colore, genere, geografia”, scrive Lucio nella lettera divenuta pubblica. Chissà che questa mossa, che di per sé è già ottimo marketing, non venga imitata da tante altre grandi e piccole imprese.