Diciamo sport, pensiamo allo sci e viene subito in mente uno scenario innevato. Dove gli attrezzi sportivi sono protagonisti e gli atleti combattono la montagna d’inverno pur di arrivare a valle nel minor tempo possibile. Eppure esiste una variante della disciplina che pur non dimenticando le sue origini sposta il terreno della pratica dalla neve all’erba. Si tratta dello sci d’erba. Uno sport nato in Germania durante la metà del secolo scorso, che sta lentamente trovando il proprio spazio all’interno del settore degli sport da discesa.
La storia
Lo sport dello sci d’erba agli esordi serviva come allenamento propedeutico allo sci invernale e il primo a praticarla nella versione erbosa fu Richard Martin nel 1966. Nella versione su erba, al posto del classico sci, c’è un attrezzo differente.
C’è una parte fissa che aderisce allo scarpone e un rullo cingolato che ruotando permette il movimento verso valle. Esso è di circa 70 cm. Quando si parla di specifiche della pista invece, sappiate che essa deve avere una pendenza adeguata, circa il 20%. La principale differenza con lo sci alpino è nella curva. Qui non esiste lo scivolamento dello sci verso l’esterno, ma la gamba segue una traiettoria che gli esperti chiamano “rullata”. Senza scivolamento poi, lo sci ha minore controllo; per questo il buono stato delle piste è assolutamente fondamentale.
L’equipaggiamento
Per quanto riguarda invece l’equipaggiamento, esso è simile a quello da sci e prevede abiti coprenti e aderenti. Anche a livello di preparazione fisica esistono delle analogie. La versione su erba come quella su neve ha bisogno di uno sforzo muscolare intenso e ampie capacità di coordinazione per assicurare una discesa sicura e fluida.
Dove
In Italia è possibile praticare lo sci d’erba in alcune delle più note località sciistiche. A Canazei in Val di Fassa, o a Torino per esempio, presso il Parco del Nobile. Ma i centri dedicati allo sci d’erba sono disseminati in tutto il territorio.