Una nuova squadra Duomo, un nuovo inquietante antagonista tornato dal passato, una nuova lotta senza tregua per sconfiggere il male: la fiction di successo “Squadra Antimafia” torna su Canale 5 per 10 puntate. La serie si apre con un’esplosione che coinvolgerà alcuni membri della Squadra Duomo e l’arrivo in Italia di un misterioso personaggio, il boss Reitani (Ennio Fantastichini), le cui mosse saranno imprevedibili e letali.
Ma le novità sono tante. Ce le anticipa Giulio Berruti, che torna a vestire i panni di Carlo Nigro.
Giulio anticipaci cosa accadrà nelle prime puntate
Dopo 40 anni arriva un boss che grida vendetta. Questa nuova squadra, che verrà composta grazie alle indicazioni di un vicequestore, che per qualche motivo si allontanerà, vede elementi contrapposti tra loro, con un pessimo rapporto, con un pessimo carattere e una pessima diplomazia. Tutti si trovano a dover fare due percorsi: uno professionale, per fronteggiare questa minaccia, e uno personale, per migliorarsi e rendere questa squadra coesa. Una stagione ricca di suspense, di ambizioni, di tradimenti e di doppi giochi.
Come è evoluto il tuo personaggio? Ti senti soddisfatto?
Carlo è stato il personaggio per cui, in assoluto, ho lavorato di più in questi dieci anni. Ho avuto la possibilità da parte di regista, sceneggiatori e produzione di fare veramente il lavoro dell’attore. Lavorare sui testi, sulla psicologia e sul fisico è stato un viaggio meraviglioso. Nove mesi bellissimi, molto intensi: li ricordo con orgoglio e una gioia particolare.
Ascolti permettendo, tu accetteresti di tornare a vestirne i panni?
E’ nostra intenzione raccontare una trilogia quindi, ascolti permettendo, saremo qui anche l’anno prossimo. E magari, in seguito, proseguiremo ancora.
E terminato l’impegno con Carlo, cosa accade a Giulio?
Io trovo che il lavoro dell’attore si faccia giorno dopo giorno: anche quando i film e i set non ci sono. Occorre studiare sempre, perché spesso quando arriva una proposta non si ha il tempo per prepararsi adeguatamente. Il mio lavoro si fa, in realtà, quando il telefono non squilla. Sono una persona abbastanza aperta su eventuali proposte: non sono snob, valuto di volta in volta. Ma ho bisogno di essere messo alla prova con personaggi il più possibile verosimili e umani.
Qualche chiamata che vorresti ricevere?
Mi piacerebbe lavorare con Edward Zwick, un regista straordinario. Quello che ha diretto ” L’ultimo samurai”, film che ha anche un significato particolare.
Ossia?
Mio nonno è stato in Giappone tantissimi anni fa, quando il Giappone era quella Terra che oggi vediamo nelle rappresentazioni di quel tipo. Poi in questo film c’è una filosofia rispetto alla coerenza del proprio pensiero, rispetto all’importanza di mettere a servizio corpo e mente per il perseguimento di un obiettivo. Certo, se chiamasse Ridley Scott ci penserei su…