Fino a poco tempo fa era principalmente noto per le sue doti cosmetiche. Ma l’olio di cocco, molto utilizzato nella cucina asiatica, aveva una brutta fama alle nostre latitudini a causa dei suoi acidi grassi saturi. In realtà gli studi più recenti lo hanno del tutto scagionato dall’accusa di essere poco sano (leggi l’approfondimento qui), ed oggi si sta facendo strada anche nelle nostre cucine.
Da dove viene
L’olio di cocco vergine si presenta in forma solida, e difatti non è raro sentirlo chiamare ‘burro di cocco’. E’ solo a temperature calde che si scioglie e assume la consistenza oleosa. Esso si ricava dalla polpa fresca della noce di cocco, che viene pressata meccanicamente. Generalmente è un prodotto che viene dall’Asia, dall’America Centrale, dalle Isole del Pacifico e dall’Africa. Ovvero le regioni del mondo dove prolifera la palma da cocco.
Come si usa in cucina
Nelle cucine dei territori menzionati l’olio di cocco è ampiamente diffuso. In particolare sono i paesi asiatici ad usarlo come base di numerosi piatti tradizionali. Lo si può utilizzare come il burro, e a differenza di altri oli vegetali ha una importante proprietà: non si deteriora ad alte temperature. Questa caratteristica rende l’uso dell’olio di cocco ideale per molte preparazioni, inclusa la frittura. E’ inoltre perfetto per preparazioni vegane, incluse quelle dolci in cui può sostituire il burro. Naturalmente è da preferire l’olio vergine, non trattato e possibilmente proveniente da agricoltura biologica, oltre che pressato a freddo.
Benefici per la bellezza e la salute
L’uso dell’olio di cocco in cosmesi è ampio. Si utilizza su pelle e capelli, come vi abbiamo spiegato qui. Per quanto riguarda la salute, assunto per uso alimentare questo burro vegetale si rivela di facile assorbimento, amico delle arterie e del cuore, stimolante del metabolismo e quindi amico della linea. Alcuni studi lo collegano anche ad efficaci trattamenti contro l’Alzheimer.
