Un “grazie” può infondere nuova linfa vitale in un rapporto stanco. Quando si è in una relazione, in particolare per un lungo periodo di tempo, si tende a sottovalutare qualcosa o qualcuno. Gli psicologi chiamano questo processo “assuefazione”. Perché ci si abitua a qualcuno. Come se questo qualcuno fosse obbligato a stare con noi e a fare quello che riteniamo scontato. Per chissà quale status o ruolo.
“Grazie, grazie, grazie”: ditelo più spesso, anche da soli, per sbloccare eventuali ansie legate a questa parola…
Come ha spiegato Erin Brodwin al Business Insider, gli psicologi ritengono che le coppie che esprimono gratitudine verso l’altro hanno maggiori probabilità di rimanere insieme più a lungo. Bisogna imparare a dire grazie, a volte costringendosi a farlo. Se non siete soliti farlo, occorre sforzarsi un po’. Ripeterlo in continuazione, anche da soli, così da eliminare qualche vostro eventuale blocco psicologico. Così da “sterilizzare” dal suo significato profondo e renderla meno “sovraccarica di significato”. Quanto basta.
Secondo uno studio della University of Georgia, per cui sono state coinvolte 468 persone sposate, la gratitudine sembra uno strumento eccellente anche per rendere la coppia più “solida”. Ed è fondamentale soprattutto durante i periodi di disagi e difficoltà lavorative. Questa semplice parolina, quasi magica, proteggerebbe le relazioni anche da un eventuale divorzio perché migliora il livello di comunicazione.
Il coautore allo studio, Ted Futris, spiega che, durante un litigio o un periodo conflittuale, durante una fase di stress o di stanchezza, alcune semplici espressioni di apprezzamento o gratitudine attenuino i problemi e aiutino a riportare la stabilità coniugale.
Basta un po’ di esercizio, dunque, per usare correttamente questa parola. Senza mai abusarne, ovviamente. Perché non bisogna mai sopravvalutarla, ma neanche banalizzarla.
