Esistono migliaia di piante che rientrano nella categoria della salvia (leggete qui come coltivarla), specie che a sua volta appartiene alla famiglia delle Lamiaceae. Quella che utilizziamo tradizionalmente in cucina è la Salvia officinalis, ed è anche quella che sin dall’antichità è considerata un vero e proprio toccasana. Considerata sacra dagli antichi romani, utilizzata ampiamente dai Galli e dagli Egizi, impiegata nella medicina tradizionale cinese ed ayurvedica. La salvia ha attraversato secoli e continenti, e la sua fama, più che meritata, è arrivata a noi.
Le proprietà della Salvia officinalis
Ricca di flavonoidi, di sostanze antiossidanti, balsamiche, espettoranti, anti-infiammatorie, antisettiche, la salvia si impiega su moltissimi fronti erboristici. E’ ottima per alleviare i dolori mestruali per esempio, ed è consigliata per curare disturbi classici della menopausa come le vampate di calore. E’ usata per combattere le gengiviti, e strofinata sui denti ha un’azione sbiancante e combatte l’alitosi. Assunta sotto forma di tisana agisce contro la ritenzione idrica, gli edemi e allevia i dolori reumatici.
Questa pianta ha proprietà detergenti e astringenti, e si possono preparare delle lozioni per la pelle con le sue foglie lasciate al macero. Gode anche di proprietà antiidrotiche, ovvero in grado di combattere la sudorazione eccessiva, specialmente di mani e piedi. La si può inoltre utilizzare per suffumigi balsamici in caso di raffreddore o congestione nasale. Ancora, la salvia è uno stimolante che aiuta in caso di spossatezza fisica e mentale. Nella medicina tradizionale cinese viene prescritta per combattere l’insonnia. Inoltre, alcuni studi la identificano come coadiuvante delle attività intellettuali e aiutante della memoria.
Il principio attivo della salvia è tuttavia così potente da avere delle controindicazioni. E’ meglio farne un uso moderato in gravidanza e durante l’allattamento (ha proprietà anti-galattogene)