Succede di essere poco considerati in ufficio; e lo sappiamo, fa male. Specialmente quando sul posto di lavoro si fa tutto bene, ovvero cercando di fare il massimo, essendo puntuali nella consegna dei progetti, rispettare le scadenze e metterci tutto l’entusiasmo di questo mondo.
Eppure la parolina complimentosa del capo stenta ad arrivare. Non che ci si aspetti che esso si spenda in elogi grandissimi, cosa che creerebbe qualche dissapore con i colleghi, ma che almeno un cenno di approvazione dopo l’ennesimo successo sia in qualche modo esplicitato.
Perché?
Invece, ancora niente. E il lavoratore medio comincia a perdere fiducia o a chiedersi chi è veramente il problema tra dipendente efficiente e capo freddo. Perché quindi il datore di lavoro non ci gratifica mai? Tranquilli, è un segnale che vi considera bravi e per questo anche una potenziale minaccia alla sua di carriera.
É quanto certificato da un recente studio sul tema riportato dal magazine West.info. Anche il dipendente modello può essere oggetto di mobbing da parte del capo. A rivelarlo, uno studio dell’Università di Harvard, che ha analizzato diversi di casi di bullismo all’interno di alcune aziende. Giungendo alla conclusione che è la forte competizione il motore di tale atteggiamento e legata al tratto psicologico del cosiddetto orientamento alla dominanza sociale.
Per cui, i dirigenti in cui questo tratto è di solito più marcato, tendono a vedere come nemico chi è particolarmente brillante. Per la paura di essere scavalcati nella gerarchia aziendale tendono a sminuire chi è bravo non considerandolo. Inutile, quindi, arrabbiarsi, provate invece ad usare il soft power e a gratificarvi per questo attestato di stima particolarmente indiretto.
