E’ l’unico in Italia e, probabilmente, tra i pochi in Europa a prevedere aree specifiche riservate agli uomini, da una parte, e alle donne, dall’altra. Stiamo parlando dello stabilimento balneare Lanterna, meglio noto con il soprannome di El Pedocin, ovvero della spiaggia separata di Trieste, visto che, tra uomini e donne, sorge un vero e proprio muro divisorio. Un’organizzazione degli spazi così inusuale ai giorni nostri da indurre i registi Thanos Anastopoulos e Davide Del Degan a raccontarla nel documentario ‘L’ultima spiaggia’ presentato quest’anno a Cannes.
La storia
El Pedocin è una spiaggia cittadina, amata e frequentata da parte dei triestini da decenni. Il muro che la divide in due si estende fino a delimitare non solo il bagnasciuga ma anche le porzioni di mare antistanti la spiaggia. Donne – insieme ai bambini fino ai 12 anni di età – da una parte. Gli uomini dall’altra. La scelta di avere due aree distinte rimanda ai tempi dell’Impero Asburgico. Sul finire dell’Ottocento, il comune di Trieste decise di aprire al pubblico un novero di stabilimenti balneari cittadini con accessi differenziati al mare. L’anno di inaugurazione ufficiale del Bagno Lanterna è il 1903 e, a dispetto dei ripetuti cambi geopolitici intervenuti, la tradizione si è perpetuata fino ai giorni nostri.
La staccionata introdotta inizialmente divenne poi un muro vero e proprio restaurato pochi anni fa per essere riportato alle sue sembianze originali. Al Pedocin si accede pagando 1 euro. L’area dedicata alle donne è più ampia rispetto a quella riservata agli uomini. Le donne erano – e sono – le più assidue frequentatrici della spiaggia.
Identificato di norma come espressione di chiusura, il muro diventa in questo caso un fattore di privacy e di intimità al limite della complicità che mette uomini e donne nelle condizioni migliori per condividere le rispettive esperienze. Senza orecchie indiscrete.