Lo avrete notato anche voi. Impossibile farne a meno. Ogni nuovo ristorante, bar, pizzeria, paninoteca, gelateria e qualsiasi genere di locale in cui si serve cibo e bevande viene arredato in stile industriale. Industrial-chic viene definito colloquialmente. Fatto sta che pareti con mattoni a vista, ferro effetto ruggine, grate e soprattutto le onnipresenti, iper-inflazionate, lampadine a sospensione, caratterizzano ogni nuovo ristorante. O ogni rinnovamento di un vecchio locale.
Mai come ora assistiamo ad una incredibile omogeneità nell’interior design dei locali pubblici. Certo, ognuno ha qualcosa di diverso. Qualcuno è più rustico, qualcuno più vintage. Qualcuno di dubbio gusto e qualcuno azzeccato. Ma è innegabile che l’ondata sia massiccia, e in qualche modo inspiegabile. Perché tutti i locali hanno le lampadine a sospensione? Perché nessuno riesce ad inventare uno stile nuovo, personale, che si distingua? Se lo chiede Natalie Jacewicz di NPR, esasperata da questa tendenza che spesso va a braccetto con menu che esaltano una sorta di ‘ritorno alle origini’ (verdure di stagione, carne biologica locale). Coadiuvato da alcuni immancabili must del panorama gastronomico contemporaneo più trendy: zenzero, avocado, lime, wasabi, salsa teriyaki.
Se in Italia l’ondata è da poco arrivata, e la si percepisce maggiormente nelle grandi città, negli Stati Uniti è praticamente onnipresente. Fino a 10 anni fa la si collegava quasi esclusivamente ai locali di New York, di Los Angeles, di San Francisco. Oggi è ovunque, letteralmente.
Torniamo alla questione principale: esiste solo lo stile industriale? Perché è così inflazionato?
La giornalista lo ha chiesto ad alcuni ristoratori ed interior designer. E il quadro che ne emerge fornisce una sorta di spiegazione. Se anche voi vi chiedete ‘ma perché anche qui?’, ecco la spiegazione secondo la sua breve ‘indagine’. Da un lato, la risposta pratica di Hilary Miners, designer specializzata in ristoranti di CORE Architecture, firma prestigiosa di Washington DC: l’economia. Spesso la soluzione di decorazione e arredamento industrial permette un certo risparmio. In effetti si ricicla, si riusa, ciò che è vecchio viene sistemato e diventa vintage. Inoltre, lasciare una parete scostata o con le pietre a vista costa meno che rivestirla. Comprare tanti cavi colorati e attaccarvi lampadine LED costa meno che acquistare lampadari. Lasciare il pavimento in cemento costa meno che ricoprirlo di legno o mattonelle.
Collegato ad un discorso economico, c’è il feeling che lo stile industriale dona ai clienti. Spesso alla ricerca del risparmio, di questi tempi intimorisce meno entrare in un locale dall’aspetto ‘grezzo’ piuttosto che in un ristorante con le tovaglie bianche in stile grand hotel. Anche se i prezzi del menu a volte sono gli stessi.
Aggiunge Jeremy Levitt, di Parts and Labor Design, firma newyorkese, che lo stile industrial nasce da una sorta di ‘reazione’ ai troppo chiassosi arredamenti anni ’90. C’è stata la volontà di tornare a qualcosa che profumasse di autenticità, di passato, di retaggio storico, di recupero. E da lì la prima ondata di design industriale. Che dà lì in poi sia diventato inflazionato, è un altro discorso. Ma questo accade con tante tendenze di successo, anche nella moda.