I testimonial sono scelti attraverso metodiche strategie di marketing, sin dagli albori della pubblicità. Capaci di influenzare, di indirizzare le scelte, di far apprezzare un prodotto piuttosto che un altro. Una ricerca pubblicata su Pediatrics fa il punto su quanto le pop star siano testimonial di prodotti alimentari di dubbia salubrità.
Beyoncé ha guadagnato 50 milioni di dollari prestando il volto a Pepsi. Justin Timberlake ‘solo’ 6 milioni per il famoso jingle di McDonald. E Britney Spears, i Maroon 5, Rihanna, Taylor Swift, solo per citarne alcuni, quanto hanno guadagnato per pubblicizzare bibite, snack, fast food? Non è questa la domanda a cui la ricerca vuole rispondere, piuttosto su come il volto di una pop star possa avvalorare un prodotto. E trattandosi di prodotti che lo studio definisce ‘energy-dense, nutrient-poor’ (calorici e poveri di nutrienti) la domanda diventa: c’è una correlazione tra testimonial di successo e obesità?
Lo studio
Il marketing di cibi e bevande è spesso oggetto di discussione. Ed è frequente l’associazione con l’obesità, specialmente quella infantile. L’esposizione a pubblicità di cibi non sani è risaputamene legata ad un consumo eccessivo. E quando una celebrità ‘approva’ un tipo di cibo il suo consumo aumenta. I grandi marchi di snack e fast food utilizzano il sostegno dei testimonial famosi per fare breccia nei desideri dei giovani e giovanissimi. Da quando Pitbull ha fatto da testimonial a Dr.Pepper le vendite della bevanda sono aumentate del 1.7%, ha raccontato uno degli autori dello studio a NPR. Ci sono inoltre ricerche che associano la familiarità dei giovani con l’alcol se il testo di una canzone famosa lo nomina (ad esempio il Jack Daniel’s di Kesha).
Lo studio ha preso in analisi una lista di celebrità che hanno fatto da testimonial a uno o più prodotti. Sono stati analizzati i cibi e le bevande sponsorizzati dal punto di vista nutrizionale. I ricercatori hanno quindi misurato loro popolarità di queste celebrities in base alle nomination dei Teen Choice Award. E’ emerso che il 71% delle bibite non alcoliche da loro pubblicizzate sono soft drink con zuccheri aggiunti. L’80.0% dei cibi è calorico e povero di nutrienti. Insomma, lo studio conclude che le pop star sponsorizzano cibi non sani. E se il marketing non è un’opinione, attraverso queste pubblicità incoraggiano i giovani e giovanissimi a consumarne. Se volete leggere l’intera ricerca cliccate qui.