Il tempo è fantastico, il meeting o la vacanza stanno per cominciare, ma il “jet lag” ci mette lo zampino. Infatti, questa sindrome, dopo un volo intercontinentale, affligge molti passeggeri nei primi giorni del loro soggiorno in un paese lontano. Ma come mai? Le persone normalmente vivono in cicli di 24 ore. Mentre dormiamo, la nostra frequenza cardiaca e respiratoria si abbassa, la pressione sanguigna cala, i muscoli si rilassano e le nostre capacità mentali e psicomotorie si riducono notevolmente.
Un rapido spostamento in una località con un diverso fuso orario provoca uno sfasamento dei ritmi quotidiani del nostro corpo. Non soltanto interrompe il normale ciclo sonno-veglia, ma anche il regolare svolgimento di molte altre funzioni del corpo che sono tarate su cicli di 24 ore. Le conseguenze più frequenti sono sonnolenza e una ridotta capacità di reazione, unite a problemi di memoria e difficoltà di concentrazione. La mancanza di sonno può inoltre provocare stanchezza, mal di testa e senso di nausea.
Gli effetti del jet lag sono più evidenti dopo un volo verso oriente rispetto a quando si è diretti a ovest. Il motivo di questa differenza è che l’orologio biologico dell’uomo tende verso un ritmo superiore alle 24 ore. Così se si vola da est a ovest (ad esempio dall’Italia negli USA), la durata del giorno si allunga, adattandosi al ritmo biologico. Il corpo umano si adegua al nuovo fuso orario circa il 20 per cento più rapidamente che dopo un volo verso est (ad esempio dall‘Italia alla Tailandia), perché volare a oriente comporta una “perdita” di parecchie ore.
Ecco qualche consiglio per combattere questi fastidiosi stati di malessere. Già a bordo dell’aeromobile è bene regolare l’orologio sull’orario della destinazione: questo aiuterà ad adattarsi anche mentalmente al diverso ritmo giornaliero che vi attende. Successivamente, poi, è bene cercare di calarsi nel ritmo di vita della località di destinazione, mangiando agli orari locali e coricandosi solo dopo il tramonto. Inoltre, durante i primi due giorni dall’arrivo è opportuno evitare quanto possibile attività faticose, in modo che il corpo abbia il tempo di adeguarsi ai nuovi ritmi.
È meglio non assumere sonniferi e melatonina, in quanto non farebbero che confondere ulteriormente il nostro organismo. Ma non solo, un altro consiglio è quello di trascorrere quanto più tempo possibile all’aria aperta: la luce del sole aiuta il corpo ad adeguarsi più rapidamente al nuovo ambiente. Infine, al contrario di quanto detto fino ad ora, durante i brevi soggiorni all’estero è necessario cercare possibilmente di mantenere l’abituale ritmo sonno-veglia: in questo modo si eviterà un “doppio jet lag”. Per maggiori informazioni cliccare su www.lufthansa.com