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Come ti misuro la felicità

Quando la ricchezza non corrisponde al benessere della popolazione: addio al Pil, parola all’Indice del Progresso Sociale che, secondo l’economista Michael Porter, è fondamentale affinché un Paese goda di buona salute

Felicità nel mondo
Courtesy of©franckreporter/iStock
Quanto volte si tende a sognare ad occhi aperte sperando, prima o poi, di mollare tutto e fuggire alla ricerca di un mondo migliore? Esiste davvero una realtà in cui ci sente appagati e pienamente soddisfatti? Trovare il perfetto equilibrio non è roba semplice: a sollevare la questione è stato Michael Porter, un’economista dell’Harvard Business School che si è concentrato ad analizzare quelle che sono le potenzialità delle varie nazioni misurando il loro progresso sociale e, a quanto pare, l’erba del vicino non è sempre più verde.

Al di là dei fattori economici, vale la pena analizzare il benessere di un paese allargando gli orizzonti e analizzandolo a 360° ovvero non focalizzandosi solo su ricchezza o povertà perché il Pil sì, può fare la differenza, ma non è tutto perché rivela semplicemente l’andamento economico di uno Stato ma non è necessariamente indice del miglioramento della vita delle persone, ergo sono altri i parametri che contribuiscono a raggiungere l’obiettivo finale, la felicità.

 
E’ qui che entra in scena l’Indice del Progresso Sociale, un nuovo parametro che prende in considerazione indici di benessere alternativi, indicatori sociali e ambientali che fanno capo a tre capi saldi quali i bisogni fondamentali dell’uomo, il benessere e le opportunità per miglioare se stessi o la propria vita: l’analisi delle prestazioni relative a questi settori consente poi alle istituzioni di identificare le soluzioni a uno nessuno e centomila problemi irrisolti andando così a correggere le strategie di sviluppo.
 
Dopo aver mappato le condizioni sociali di moltissimi paesi del mondo e realizzato una sorta di pagella sottolineando punti di forza e criticità di ogni nazione, desideroso di migliorare le sue ricerche, il professor Porter ha deciso di collaborare con Reykjavik, ovvero la prima città in Europa che si è messa a disposizione per fornire dati concreti ai ricercatori ed aiutarli a perfezionare il loro lavoro.

Nonostante il paese sia stato di recente colpito dallo scandalo Panama Paers, con tanto di dimissioni da parte del premier David Gunnlaugsson, il sindaco della capitale islandese Dagur Eggertsson non si è detto preoccupato in quanto è convinto che questa mission sia una reale opportunità per evidenziare cos’è che non funziona, cogliere le problematiche prioritarie da affrontare e intervenire per la risoluzione dei problemi sociali e, di conseguenza, migliorare la vita dei residenti.