Diversi studi denunciano le tariffe eccessive dei prodotti alimentari durante i voli low cost: quello effettuato da Kayak, il motore di ricerca dedicato ai viaggi, ha rilevato le notevoli differenze di prezzo tra gli snack venduti sugli aerei e gli stessi venduti nei supermercati. Tra le ragioni che spiegano il fenomeno c’è innanzi tutto il fatto di riempire le perdite delle compagnie aeree e di supplire ai prezzi dei biglietti che non sono elevati, cosi che le compagnie stesse sono costrette a trovare un’altra fonte di guadagno: provano a recuperare le loro perdite con altre soluzioni, che siano i costi di bagaglio, la sede legale o le bevande e il cibo.
Analizzando il prezzo degli snack salati gli esempi abbondano. Il pacchetto di arachidi di 100 grammi venduto a 24 centesimi ad un supermercato francese, a 30 mila piedi di altitudine su un volo low cost si compra al costo di 2,50 euro, per di più il pacchetto da 40 grammi, più di 10 volte l’altro. Lo stesso vale per il sacchetto di patatine, caricato del 587% su Transavia e XL Airways, o una porzione di olive il cui prezzo è più alto su un volo EasyJet che su gli scaffali dei supermercati. Le piccole prelibatezze compaiono anche i prezzi esorbitanti, con barrette di cioccolato che vengono vendute del 566% più costose su un volo Ryanair, che arriva ai 2 euro contro i 30 centesimi in un ipermercato Leclerc, o un sacchetto di caramelle da 120 grammi acquistato a 72 centesimi nei supermercati che si trova a 3 euro sui voli XL Airways.
Le aziende traggono vantaggio perché le persone non sono consapevoli dei loro acquisti in aereo, e questo dato sorprende in quanto solitamente chi viaggia con le compagnie low cost è più attento al budget. Neanche le bevande, alcoliche o meno, sfuggono da questa filosofia in quanto il prezzo di una piccola bottiglia di succo d’arancia da 250 ml visualizzato su un volo a basso costo è superiore del 500% rispetto agli scaffali. La lattina da 33 cl di birra con i suoi costi ad alta quota arriva ad essere più cara del 600% , per non parlare dei prezzi del vino che sono superiori del 1.400%. Ecco perché il viaggiatore più furbo dedica del tempo ad acquistare piccoli prodotti da sgranocchiare o bere ai terminali di partenza: sicuramente anche li sono cari rispetto a quelli dei supermercati, ma non toccano le soglie dei prodotti che si vendono sugli aerei.