Il mancato raggiungimento di una società paritaria si evince anche da azioni semplicissime che gli uomini possono compiere mentre risultano assai più rischiose per una donna. Parliamo di una semplice passeggiata notturna ad esempio (c’è infatti un gruppo di creativi francesi che sta promuovendo progetti architettonici ed infrastrutture per rendere le città più women –friendly), o del rivolgersi ad un servizio di trasporto privato come i taxi, Uber o Lyft: una donna deve pensarci tre volte prima di salire nell’auto di uno sconosciuto; viceversa, deve pensarci 4, 5, 6 volte prima di mettere a disposizione la propria auto per dare passaggi agli sconosciuti.
E’ partendo da questo presupposto che Michael Pelletz, autista del chiacchieratissimo Uber, ha pensato di avviare un servizio equivalente che garantisse la sicurezza delle donne: si chiama Chariot for Women, ed è un servizio di trasporto privato per donne e fornito da donne. Tutto è nato quando la moglie di Pelletz espresse il desiderio di fare anch’ella l’autista di taxi privati per contribuire agli introiti della famiglia, dichiarando però di non sentirsi affatto sicura. Allo stesso tempo, nell’esperienza di autista di Pelletz è capitato di far salire a bordo personaggi di dubbia affidabilità, e non ha potuto esimersi dal pensare ‘e se fossi stato una donna?’.
Chariot for Women funziona come le altre app che forniscono un servizio di trasporto privato: ci si iscrive e si prenota una corsa in pochi semplici passaggi. Qui però le guidatrici sono esclusivamente donne – e trans dichiarati di sesso femminile: ogni giorno per accedere alle loro credenziali devono rispondere ad una domanda segreta che cambia in continuazione, cosa che permette di identificarle; inoltre, le autiste sono selezionate e monitorate dal protocollo Criminal Offender Record Information – CORI, che già si utilizza nel Massachusetts (lo stato dove Chariot for Women ha preso il via) per chi lavora a contatto con minori. Ad ogni chiamata verrà inoltre fornito un codice in modo che la passeggera possa riconoscere la macchina prenotata senza incertezze. Possono viaggiare solo donne e bambini fino ai 13 anni.
Il tariffario funziona a chilometraggio, e il 2% del costo di ogni corsa viene devoluto ad associazioni che si occupano di violenza sulle donne, fondazioni impegnate nel raggiungimento della parità di genere, enti dedicati alla ricerca sulla salute femminile: la passeggera salita a bordo potrà visualizzare sul suo telefono la lista degli enti e quindi scegliere a chi devolvere la donazione. Per ora Chariot for Women è partito solo a Boston, ma la prospettiva di ampliamento negli Stati Uniti è imminente, chissà se raggiungerà anche il resto del mondo. Questo è il sito ufficiale.