L’ultima edizione del Salone Internazionale del Mobile ha celebrato il connubio fashion-design attraverso collaborazioni uniche tra maison di moda e artisti internazionali
Milano non è solo la capitale italiana della moda. Dopo essersi innamorati delle mise sfoggiate sulle più illustri passerelle, i cultori del bello hanno avuto una seconda chance per emozionarsi e questa volta le luci dei riflettori si sono posate sul fantastico mondo del design, vero e proprio protagonista del Salone Internazionale del Mobile 2016. Tante le novità venute alla ribalta in quest’ultima edizione e, tra gli attori scesi in campo, non potevano mancare le maison di moda che hanno fatto parlare di sé con progetti innovativi: Nike dal canto suo ha presentato la mostra “The Nature of Motion” chiamando in causa dieci designer contemporanei di fama internazionali pronti a raccontare il proprio modo di intendere il concetto di movimento naturale attraverso sorprendenti lavori, ora concettuali ora concreti.
Mostra Nike “The Nature of Motion”, opera della svedese Clara von Zweigbergk e dell’industriale americano Shane Schneck
E’ il caso delle voluminose lampade da terra create dal duo italiano composto da Enrica Cavarzan e Marco Zavagno ispirati dalla bellezza di un’atleta in movimento, il tutto realizzato con la tecnologia Flyknit cara anche a un altro italiano, il designer Martino Gamper che ne ha fatto tesoro per la sua collezione di tamburi, un modo unico nonché originale di rendere il concetto di movimento e ritmo. A rompere le righe per andare oltre i confini di produzione convenzionali è stato anche il designer tedesco Bertjan Pot che ha realizzato con il Flyknit il rivestimento di insolite sedute create con camere d’aria di camion e auto. Non sono da meno le sedute di Clara von Zweigbergk e Shane Schneck, quella dell’americano Greg Lynn così come la sedia ergonomica del britannico Sebastian Wrong o ancora i rami illuminati dell’americana Lindsey Adelman ispirati dall’invisibile movimento della natura.
Progetto Looking at Tod’s Leo in pelle firmato dallo studio Zanellato/Bortotto fondato nel 2013 a Treviso da Giorgia Zanellato e Daniele Bortotto
A quanto pare Nike non è l’unica firma della moda legata al mondo del design, anche Tod’s ha chiamato in causa nove giovani designer italiani per prendere parte al progetto “Looking at Tod’s Leo“, coordinato da Giulio Cappellini, pronti a mettersi in gioco e fornire la loro interpretazione del noto Gommino Leo, iconico accessorio di casa Tod’s, attraverso cinque le limited edition, disponibili nella boutique Tod’s di Via della Spiga. Trattandosi di un prodotto già disegnato, ciò che ha avuto grande importanza è stato l’utilizzo, in chiave creativa, della materia pronta a trovare una nuova identità unendo tecniche tradizionali di lavorazione e artigianalità, il tutto con richiami al mondo del design, dell’architettura e dell’arte.
Progetto Looking at Tod’s Leo in legno firmato dallo studio Zaven, fondato nel 2006 da Enrica Cavarzan e da Marco Zavagno
Ogni studio ha sviluppato la propria idea partendo da un tema materico specifico e, avvalendosi di un linguaggio tutto personale, ha dato seguito alla propria inventiva senza timore alcuno di sperimentare: Leonardo Talarico, definito da Case da Abitare come il più giovane tra i “15 talenti italiani under 35”, ha fatto tesoro del titanio mentre il duo italo-giapponese formato da Noa Ikeuchi e Tommaso Nani ha giocato di fantasia con la ceramica; la pelle è toccata allo Studio Zanellato/Bortotto, il legno allo Studio Zaven e, infine, il marmo è andato alla coppia Lanzavecchia/Wai.