Se nel celebre film L’attimo fuggente per il ruolo del professore-mentore fu scelto un attore maschio come Robin Williams, un motivo forse c’era al di là del talento indiscusso dell’attore. Infatti i professori neri o donne avrebbero meno probabilità di essere apprezzati o chiamati brillanti – quindi geni – dalla comunità dei propri studenti.
E questo non per un fattore legato propriamente alle performance di insegnamento, ma per via dei numerosi stereotipi che gravano sulle due categorie in questione.
É quanto emerge da un’analisi condotta sulla piattaforma RateMyProfessor, dove è emerso che gli studenti sono più propensi a definire ‘geni’– in maniera quasi raddoppiata – gli insegnati maschi e bianchi rispetto sia a quelli neri che alle donne. E il dato è preoccupante di per sé; ma anche perché potrebbe scoraggiare le suddette categorie dall’intraprendere gli studi in due discipline dove esse sono numericamente già sottorappresentate: fisica e filosofia.
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Daniel Storage, dell’Università dell’Illinois, che ha condotto lo studio in questione ha così commentato: “I professori maschi rispetto alle donne sono spesso etichettati come ‘brillanti’ e ‘geniali’ in maniera tre volte superiore”.
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Un altro studio del 2015 certifica invece come gli studenti che si considerano ‘geniali’ sono anche portati a pensare in maniera geniale. Per questo motivo, come ha commentato il professor Cimpian autore dello studio: “Quando si parla di questi due gruppi, essi sono stereotipati in maniera simile per quanto riguarda il giudizio negativo sulle loro capacità intellettuali”. Non è una buona notizia per il mondo accademico e non solo.