Dopo anni di lotte e indagini, tese a identificare con chiarezza quello che è essenzialmente uno stereotipo basato sul genere, alcuni studi scientifici hanno cercato di capire la resistenza e la penetrazione di questo tipo di argomentazioni. A partire da quel primo studio del 1973 firmato dalla ricercatrice Virginia E. Schein, che certificò come – nella maggioranza dei casi – quando capita di immaginare un manager, si tenda ad accostare questa immagine ad un uomo e non ad una donna. Quanto questa idea ricorre ancora oggi? Un gruppo di ricerca tedesco ha sottoposto di recente circa 1098 donne e uomini ad un questionario nel quale è stato loro chiesto di indicare, in una lista di 17 emozioni, quali potessero essere più facilmente abbinabili a categorie tra: uomini manager, donne manager, donne in generale e manager di successo donne, insieme a manager di successo uomini.
Dalle risposte, è emerso che in generale sia gli uomini, sia le donne, credono che alle donne manchino le doti necessarie ad esercitare la leadership. Paura, vergogna e senso di colpa, sarebbero infatti le emozioni che vengono associate con più facilità alle donne. Del resto, guardando i numeri, si capisce come queste credenze influenzino la percezione di quale genere sia invece in grado di guidare un’azienda.
Le donne oggi possiedono una fetta del 60% dell’insieme delle persone che si laureano, ma rappresentano solamente l’8,1% delle persone che guadagnano di più come professioniste. Un gap che può essere facilmente spiegato con la profondità di penetrazione degli stereotipi negativi che affliggono le donne e che spesso sono proprio auto-indotti dal genere femminile stesso.
Se le cose cambieranno insomma, è perché le donne per prime, capiranno presto di avere qualità e emozioni adatte alla leadership.