Con il nome di echinacea si definiscono diverse piante erbacee perenni, originarie del Nord America, di cui alcune sono di altissimo interesse erboristico e farmaceutico. In particolare sono l’Echinacea angustifolia, l’Echinacea pallida e l’Echinacea purpurea quelle da cui si ricava l’estratto noto sin da tempi molto antichi per le sue proprietà fitoterapiche, una sostanza che si ricava dalle radici e dai fiori.
L’estratto di echinacea viene assunto come integratore per diversi motivi, ma il principale è la capacità di stimolare il sistema immunitario, risultando quindi utilissimo nei mesi invernali, quando il raffreddamento è sempre dietro l’angolo. E’ un immunostimolante, ma ha anche proprietà antivirali, talmente riconosciute che l’Agenzia europea per i medicinali ne approva l’uso (con riferimento particolare all’Echinacea purpurea) per la prevenzione e il trattamento del raffreddore. Non è un medicinale vero e proprio: con l’echinacea non si ‘cura’ la malattia, ma si rafforza l’organismo nel combatterla. Non è raro che venga consigliata come assunzione sul lungo termine in persone che hanno un sistema immunitario messo particolarmente alla prova. E’ tuttavia sconsigliato l’uso in bambini fino ai 12 anni, durante gravidanza e allattamento in quanto la sua efficacia non è stata opportunamente documentata, e nei soggetti allergici.
Oltre al potere immunostimolante, l’estratto di echinacea è ricco di flavonoidi e polifenoli, risultando quindi un eccellente prodotto anti-aging. Inoltre l’echinacea, sotto forma di olio essenziale, è utile per applicazioni esterne: è infatti tonificante, dermopurificante, stimolante della microcircolazione. In tempi antichi si conosceva l’efficacia dell’applicazione del rizoma su traumi, cicatrici, ferite, morsi e punture di animali, malattie come il morbillo, l’artrite, la gengivite.
