In alcune zone dell’Italia è un contorno più che tradizionale, e finisce nel piatto cotta, stufata, ripassata o come gustoso ripieno della pizza. In altre aree è più utilizzata come insalata, apprezzata per la consistenza più croccante rispetto alla lattuga. Stiamo parlando della scarola, che più correttamente si chiama indivia – tuttavia per evitare la facile confusione con l’indivia belga (altra varietà della medesima famiglia) la definiremo semplicemente scarola.
Questo ortaggio, che appartiene al genere delle cicorie, si presenta come un’insalata dal cespo piuttosto aperto, un cespuglio di foglie verde tenero che tende al giallo man mano che ci si avvicina al cuore. Le foglie sono lisce e increspate, con nervature evidenti che la rendono particolarmente croccante sotto i denti. E’ un ortaggio tipicamente autunnale e invernale, anche se la coltivazione in serra la rende disponibile praticamente tutto l’anno.
Cosa apporta la scarola dal punto di vista nutrizionale? Se consumata cruda, questa indivia beneficia l’organismo di provitamina A e vitamina C; è inoltre riguardevole la quantità di potassio, alta quello di fibra e importante l’apporto idrico; rispetto ad altri ortaggi della sua famiglia, gode anche di buone concentrazioni di ferro e calcio. Ecco che la scarola si traduce in un alimento ottimo per stimolare la diuresi e la stipsi, per remineralizzare dopo che si è sudato (ad esempio dopo un allenamento sportivo); è un ortaggio saziante grazie alla concentrazione di fibre e acqua, ottimo quindi per diete ipocaloriche. Naturalmente le ricette che ne prevedono la cottura fanno sì che molti di questi principi vadano perduti, anche se il palato ne risulta piacevolmente stimolato. La classica scarola stufata con aggiunta di pinoli, uvetta, olive, peperoncino è una vera delizia tra le ricette a base di verdura invernale.
