Tutto comincia con una faida combattuta a colpi di post sui social network, tra la blogger che può contare più di 1 milione di followers su Instagram Chiara Biasi e Selvaggia Lucarelli.
La prima compare questa estate in numerosi scatti in bikini che ne evidenziano la presunta eccessiva magrezza, e la seconda, dopo una pioggia di attacchi mediatici, che includono l’accusa di proporre un cattivo modello di salubrità per le giovani adolescenti, la intervista sul tema per Il Fatto Quotidiano.
E da lì apre il dibattito, rimasto silente solo in apparenza, tra chi si sente in grado di giudicare a valutare il corpo dell’altro e chi ne rivendica in qualche modo l’autonomia. In mezzo, si inseriscono numerose blogger e modelle che rimproverano a chi le attacca di avere due pesi e due misure.
Infatti, da Chiara Biasi a Chiara Ferragni, quest’ultima altra blogger dalle misure ristrette, le nuove protagoniste dei sogni fashionisti della società sostengono che come molte donne possano scegliere di avere un corpo morbido, senza per questo essere etichettate come grasse o fuori forma, e allo stesso modo, esse possono scegliere una taglia 38 senza passare da anoressiche.
É la fine del cosiddetto body-shaming ovvero la tendenza a giudicare negativamente qualcuno sulla base del proprio corpo e della bellezza esteriore. Uno slogan lanciato dal movimento femminista, che sta di recente vivendo un vero e proprio dibattitto sulle pagine dei giornali. A chi spetta dire se un corpo è sano? A che lo guarda o la persona alla quale esso appartiene? La risposta è tutta da costruire.