Una nuova generazione di viaggiatori è sbarcata sul mercato. Giovani lavoratori, con contratti di lavoro instabili ed indeterminati, ragazzi che sembrano sapere cosa desiderano ma che hanno pochi mezzi per soddisfare le loro ambizioni. La nuova forza lavoro, tuttavia, mostra dei punti di discontinuità con la generazione precedente. Una ricerca condotta dalla Global Business Travel Association dichiara infatti che il 45% dei nuovi lavoratori non ama viaggiare per lavoro, contro il 26% dei loro predecessori, che al contrario sembrano essere grandi estimatori del periodico lavoro fuori sede.
Lo studio misura inoltre il rapporto con i Social Media di entrambe le generazioni. Quando i più giovani sono via per lavoro, il loro contatto con i vari Social aumenta nel 46% dei casi. Tuttavia, è sorprendente sapere che questo succede anche per i business man più esperti e maturi: nel 17% dei casi il contattato con i social media si intensifica in trasferta. Parlando, invece, di vantaggi e svantaggi è interessante notare che: solamente il 17% dei ragazzi in viaggio si aspetta la presenza del Wifi gratuito all’interno delle infrastrutture predisposte per il loro soggiorno, al contrario, il 30% degl’uomini in carriera da tempo, pretende la presenza della connessione ovunque.
Ma non solo: il gap generazionale si fa sentire anche quando si parla della sovrattassa per il bagaglio. Il 47% dei giovani, infatti, si rifiuta di pagare la quota aggiuntiva richiesta, contro il 37 % degli adulti. Alla luce di questa breve analisi, il GBTA Executive Director Michael W. McCormick ha dichiarato: “la chiave per un business di successo rimane il cosiddetto contatto face-to-face. I report indicano, infatti, che i maggiori business goal sono stati segnati durante le trasferte lavorative all’estero.” Infine, c’è una sola cosa comune a tutte le generazioni: il desiderio che durante il volo il cellulare possa rimane spento, così da godere del meritato relax.
