Chi l’ha detto che tradizione deve necessariamente fare rima con senso dell’antico, formalità e rigidità di adattamento nei confronti di una vita moderna e frenetica. Per l’appunto, proprio nessuno. Ecco perché un capo iconico della moda giapponese, il kimono, sta in questa stagione diventando il simbolo di un capo poliedrico, adatto anche ai vezzi della modernità. E il vento di rinnovamento viene proprio dal cuore del paese che ha inventato l’abito come baluardo dell’usanza estetica canonica: il Giappone.
Durante l’ultima fashion week di Tokyo, tenutasi a fine ottobre, il capo iconico orientale è stato oggetto di una vera e propria rivisitazione. Con il brand Yoshikimono, esso non è caratterizzato più dalla fascia di broccato e lunghezze fino ai piedi, a tenere insieme l’abito ma maniche svasate e asimmetriche, lunghezze al ginocchio e cinte, che da forme regolari e prevedibili ovvero rettangolari, si spezzano nei volumi, consegnando così al kimono, una nuova anima più rock.
Sì perché esso conserva il proprio status di capo unico e quindi risolutivo per ogni occasione, ma perde un po’ di quella rigidità che l’ha spesso confinato nei terreni del semplice folklore. D’altronde, quando indossato, esso ha diversi punti di forza per esaltare la figura femminile. Nella versione moderna, che perde anche la parte inferiore per diventare capospalla morbido, esso sottolinea le spalle e grazie alla cinta si arresta sul punto vita, in un morbido stop della parte superiore. Diventa quindi in alcuni casi, come secondo French Connection, un morbido capospalla che non ha il sentimento di prigionia della chiusura ermetica, ma rimane in ogni caso semi-aperto sul corpo.
Le maniche poi, lasciate volutamente ampie, si sdoppiano su crop top divertenti, che se nella parte bassa del busto tagliano centimetri, bilanciano con l’ampiezza delle maniche, una figura altrimenti troppo brusca. E così, l’omaggio alla tradizione, continua anche nel contemporaneo.