Probabilmente è uno dei frutti più dolci del mondo, almeno alle nostre latitudini, e la parola ‘asprezza’ non sa nemmeno cosa significa. Stiamo parlando del kaki, o cachi, frutto tipicamente autunnale di origine asiatica coltivato dall’uomo da ben 2000 anni. Assai diffuso nella nostra penisola, l’albero di kaki assume in questa stagione una meravigliosa colorazione rossa-gialla grazie alle foglie che mutano prima di cadere, lasciando il posto a rami carichi di morbidissimi frutti arancioni. In Cina è noto come l’albero dalle sette virtù, ovvero quella di dare frutti dolci, essere decorativo, fornire un legname resistente e che brucia lentamente, essere longevo, ospitare comodamente nidi di uccello, e non essere soggetto all’attacco dei parassiti.
I kaki risultano dolci solo una volta raggiunta la maturazione, mentre da acerbi sono difficili da mangiare (si dice che ‘allappano’ cioè danno una sgradevole sensazione in bocca a causa dell’altissimo contenuto di tannini). Esiste tuttavia una varietà chiamata caco-mela (o caco-vaniglia) che risulta dolce anche da croccante, tipologia sempre più diffusa negli ultimi anni. Tuttavia è il frutto morbidissimo, dalla polpa scioglievole e gelatinosa il vero emblema dell’autunno, con il suo colore arancione intenso.
L’alto contenuto zuccherino di questo frutto lo rende sconsigliato a chi soffre di diabete o obesità, mentre è un eccellente re-mineralizzante e vitaminizzante dato l’alto apporto di potassio, fosforo, magnesio, vitamina C, beta carotene. Ha proprietà lassative ed è un buon diuretico, ed è consigliato a chi ha problemi epatici, e gode di proprietà protettive per pancreas, stomaco, intestino. Si consuma solitamente da fresco, ma con il kaki si possono anche preparare ottime marmellate e confetture. E’ consigliabile acquistare questi frutti leggermente acerbi perché durino un po’ di più – i frutto maturo deperisce molto velocemente – e per minimizzare il rischio di romperli durante il trasporto a casa vista l’estrema delicatezza della loro polpa.