La popolazione mondiale si sta spostando sempre più nelle grandi città, e in metropoli come Londra il dibattito su come organizzarsi dal punto di vista strutturale e architettonico è acceso. New London Architecture ha ben 100 soluzioni da proporre per risolvere la crisi abitativa, grazie ad un concorso di idee al quale hanno partecipato grandi firme dell’architettura, costruttori edili, consulenti, amministrazioni comunali, urbanisti. Organizzato in collaborazione con l’amministrazione cittadina, New Ideas for Housing ha raccolto idee provenienti da 16 Paesi, selezionate da una giuria di esperti, che il pubblico potrà conoscere a partire dal 15 ottobre grazie ad una mostra gratuita presso le NLA Galleries (The Building Centre), mentre i 10 progetti vincitori verranno annunciati ad ottobre. Alcune delle migliori idee pervenute verranno seriamente prese in considerazione e potranno diventare realtà.
Tante le idee pervenute per risolvere la crisi abitativa e fornire una soluzione all’aumento di densità della popolazione. Lo scopo è quello di creare una città che possa offrire un modello confortevole, pratico, ospitale e allo stesso tempo efficace. Tra le soluzioni, Baca Architects ha proposto la creazione di 7.500 unità galleggiati da posizionare lungo i canali cittadini, realizzabili in 6-12 mesi; simile concetto quello dello studio dRMM che ha proposto Floatopolis, un quartiere futuristico e gallegginate sulle rive del Tamigi, completo di servizi come scuole, cinema, punti di ristorazione.
Farrells and Buro Happold ha presentato una soluzione che prevede lo sfruttamento del fiume di Londra, ma in un altro senso: costruire nuovi ponti in modo da rendere fruibili aree che attualmente non sono densamente abitate. Non sono mancati progetti che puntano ad riconvertire ex aree industriali, o a sfruttare i rooftop dei palazzi per costruirci sopra unità abitative: questa è la proposta di WSP | Parsons Brinckerhoff, mentre Bell Phillips Architects ipotizza di aggiungere moduli sulla sommità dei comprensori abitativi. Alla ricerca di spazi inutilizzati si unisce anche Akira Yamanaka Architects, con la proposta di costruire micro-case tra gli spazi esistenti fra una casa e l’altra.
è avanzata l’ipotesi di dar vita a delle self-build communities, di cambiare la viabilità per trasformare alcune strade in aree edificabili (proposta di NBBJ), di incentivare soluzioni che migliorano la planimetria di ogni singolo edificio: Levitt Bernstein ha dimostrato come un appartamento con una stanza da letto possa ospitarne quattro se gli spazi sono distribuiti intelligentemente. E ancora, il progetto di Y:Cube by Rogers Stirk Harbour and Partners dimostra come l’edilizia prefabbricata sia più modellabile dal punto di vista del design, più economica e molto più ‘facile’ da realizzare rispetto alle costruzioni tradizionali. La sfida è grande, ma questo concorso dimostra che le soluzioni sono tante.